Belluno ha alzato la voce: successo di video e cd e decine di esibizioni
Quello appena trascorso non è stato solo un anno dal disastro di Vaia, ma anche un periodo di fioritura per tantissime iniziative messe in atto con lo scopo di raccogliere fondi per la ricostruzione, raccontare cosa fosse successo e dare una mano a chi si trovava ancora in difficoltà.
Tra queste, grande risalto ha avuto “Alziamo la voce”, la canzone realizzata da un gruppo di cinquanta musicisti e cantanti bellunesi divenuta l’inno alla rinascita della provincia, che in questi dodici mesi ha fatto da colonna sonora a diversi eventi e raggiunto risultati quasi insperati in rete.
«Dal momento del suo debutto, il nostro brano ha collezionato circa 125mila visualizzazioni su Youtube», spiega Davide De Faveri, autore del testo e della musica della canzone assieme a Marco Dal Farra, Andrea “Mole” Riva, Raffaele Azzolini, Giovanni “Inculto” Lotto, Andrea Albano, Paolo Fornasier e Alessandro Casol, «nel frattempo, però, ci sono stati anche moltissimi download e abbiamo pubblicato il cd che è andato a ruba».
Allo streaming e all’acquisto del brano si è aggiunto anche un calendario fittissimo di esibizioni live e partecipazione ad eventi più o meno istituzionali, che hanno dato un’ulteriore spinta alla promozione del lavoro dei ragazzi: «Abbiamo fatto un numero molto alto di concerti in provincia e fuori», continua De Faveri, «non è facile quantificarli, perché spesso ci siamo divisi in sottogruppi per poter essere presenti a eventi differenti. Sicuramente una delle serate più rilevanti e che non scorderemo mai è stata quella di fine gennaio al teatro Comunale, quando abbiamo potuto cantare la nostra canzone davanti a un pubblico eccezionale, che aveva occupato ogni posto disponibile e che ci ha visti sul palco con Elio e Rocco Tanica per raccogliere fondi da donare alla ricostruzione del parco di Lambioi. Oppure quando abbiamo cantato, anche se in versione ridotta per motivi di tempo e sicurezza, davanti al Presidente della Repubblica Mattarella».
Un successo lungo un anno che ha visto i ragazzi tornare in Comune a Belluno, dove avevano presentato ufficialmente il brano, per consegnare, assieme al comitato Gocce di sole, l’assegno da 15mila euro frutto di tanto lavoro, che è andato a ingrossare il già importante fondo di solidarietà raccolto per aiutare l’Amministrazione a far fronte alle spese di ripristino delle aree colpite da Vaia, in particolar modo del parco fluviale di Lambioi, che il Piave ha inghiottito uscendo dal suo argine.
Opere meritorie e importanti per il territorio che la Provincia di Belluno ha voluto premiare con il Pelmo d’oro, sottolineando nella sua motivazione come i ragazzi siano stati capaci di mettere in piedi “un progetto concreto di rinascita, a prescindere da confini culturali e pregiudizi antichi, al fine di ridare credibilità alla vita della montagna bellunese, esempio per tutta la Nazione e simbolo per ogni generazione”.
«È stato un premio che ci ha riempito di soddisfazione e orgoglio», spiega De Faveri, «perché ci ha individuati come simbolo dell’intera opera di solidarietà nata dopo il disastro. Anche in quel caso abbiamo potuto cantare davanti a una sala piena a Chies ed è stato un grande traguardo per noi». Un traguardo che non rappresenta, però, la fine per l’opera di questi artisti: «Per il futuro abbiamo pronto un nuovo progetto che avremmo voluto svelare per l’anniversario ma non è stato possibile», conclude De Faveri, «quello che posso dire è che si tratta di un progetto musicale riferito al territorio, ma che cercherà di abbracciare l’intera comunità musicale bellunese e non solo il gruppo di Belluno alza la voce». —
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi