Belluno, «I colori dello sport», progetto per ol tre 2.500 ragazzi

Un'idea nata dalla collaborazione tra la Kiwi Sports e la Fondazione Progetto Uomo
Sopra l’allenatore della Kiwi Sports Alessio Bortolini premia i ragazzini dell’Agordo vincitori del torneo di calcetto Sotto veduta della giornata conclusiva della rassegna “I colori dello sport” disputatasi alla Spes Arena di Belluno e alla quale hanno preso parte tanti ragazzini
Sopra l’allenatore della Kiwi Sports Alessio Bortolini premia i ragazzini dell’Agordo vincitori del torneo di calcetto Sotto veduta della giornata conclusiva della rassegna “I colori dello sport” disputatasi alla Spes Arena di Belluno e alla quale hanno preso parte tanti ragazzini
BELLUNO.
Sono ormai oltre 2500 gli studenti bellunesi che sono stati coinvolti nel progetto "I colori dello sport", nato tre anni fa dalla collaborazione tra la Kiwi Sports e la Fondazione Progetto Uomo. Se nel primo erano "appena" 500 gli alunni che avevano preso parte alle attività organizzate, «un dato che già ci sembrava un successo», ha detto il presidente della Kiwi Michele Faggioli, in tre anni il volume è quintuplicato. Segno che «c'è un gran bisogno di attenzione per il mondo giovanile, e che la politica e le istituzioni dovrebbero dare un segnale forte in tal senso», ha aggiunto Faggioli, ricordando come «numeri di questa portata non possono essere trascurati».

Dalla sinergia tra i due soggetti è nata l'associazione "Oltre le menti", che coordina l'insieme di iniziative messe in atto all'interno del progetto, il cui obiettivo è diffondere nelle scuole bellunesi i valori educativi dello sport, inteso, quest'ultimo, come strumento per arginare il disagio sociale e come veicolo sano e concreto per apprendere valori come la disciplina, il rispetto, il sapere stare insieme. Concretamente, si sviluppano nelle scuole attività ludico sportive, per far sperimentare il senso del giocare insieme e il rispetto delle regole e della convivenza.

Quest'anno la Fondazione Progetto Uomo, braccio operativo dell'iniziativa, sta invece lavorando sull'autostima dei bambini, attraverso il progetto "Brutto anatroccolo". «Con i bambini delle scuole elementari sviluppiamo un percorso sull'autostima, basandoci sulla famosa fiaba», ha spiegato Fiorella Vettoretto, della Fondazione Progetto Uomo. «E' una fiaba che parla del disprezzo degli altri animali del cortile nei confronti del brutto anatroccolo, che si sente emarginato, e che deve affrontare un percorso di crescita alla ricerca della propria identità passando attraverso emozioni forti». Un po' come può accadere a tanti bambini, magari messi in disparte dai compagni che giocano a calcio, perchè non sono capaci di farlo. Questo atteggiamento mina la loro autostima. Dopo la lettura ai bambini viene chiesto di descrivere delle esperienze da loro vissute che non li hanno fatti sentire bene, al fine di esprimere le proprie emozioni e di dare vita a un percorso virtuoso. Questo processo interessa i bimbi dalla terza alla quinta, mentre quelli dei primi due anni seguono un percorso di psicomotricità, con gioco libero con materiale fornito da "Oltre le menti". Cosa che in un momento in cui le scuole non hanno grandi finanze non è da sottovalutare. Più intenso, invece, il discorso che viene affrontato con i ragazzini delle medie, ai quali il messaggio viene fatto passare in maniera più diretta.

"I colori dello sport" vede anche il coinvolgimento dei genitori, ad esempio nella scuola di Crepet (primo incontro a metà marzo), che conta già 250 iscrizioni.

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