Belluno: i ladini fanno appello alla Regione

L'Unione del Cadore torna sulla richiesta di un esponente in consiglio
CADORE. Due sono stati gli argomenti che hanno occupato tutto il tempo della riunione del consiglio dell'Union Ladina del Cadore de Medo svoltasi sabato scorso. Lo spiega la presidente del sodalizio, Francesca Larese Filon: il primo punto era il riconoscimento delle minoranze linguistiche venete nel nuovo Statuto veneto, con l'elezione di un loro rappresentante in consiglio regionale; il secondo punto si è concentrato sulle contestazioni al referendum autonomistico della provincia di Belluno. «Per quanto riguarda il riconoscimento nello Statuto Veneto e la possibilità di avere un consigliere ladino», spiega la presidente Larese Filon, «è stato ricostruito il percorso seguito dalla richiesta, deliberata dall'assemblea nel febbraio 2007, per ottenere un rappresentante ufficiale nel consiglio regionale. Già nel 2008», aggiunge Francesca Larese, «la Federazione Ladina che rappresenta i ladini delle valli del Cadore, Comelico, Agordino, Zoldo, Ampezzo, Fodom e Colle, ha inviato al governatore veneto la richiesta per la creazione di un rappresentante delle minoranze linguistiche, come già accade nelle regioni vicine». In appoggio alla sua richiesta, la Federazione ha chiesto a tutti i consigli comunali dei 42 comuni interessati, di approvare una delibera con la quale è stato chiesto al governatore del Veneto di assicurare alle popolazioni ladine, friulane e germanofone presenti in Veneto, tutte le misure necessarie a promuovere lo sviluppo socio economico e culturale necessari per assicurare condizioni simili a quelle esistente nelle regioni a Statuto Speciale. Per ottenere questo risultato, è stato chiesto di poter eleggere un consigliere regionale specifico, promuovendo una legge a tutela di queste popolazioni. Ma Quale è stata la risposta del governatore del Veneto? «Nessuna: dobbiamo registrare un silenzio assoluto, anche se la nostra richiesta è stata appoggiata dal voto unanime di oltre 35 consigli comunali». A questo punto, cosa può fare la Federazione ladina? «Nel frattempo», continua Francesca Larese, «ci sono state nuove elezioni regionali e si è insediata una nuova amministrazione, che oggi sta discutendo nuovamente di statuto. Ancora una volta la Federazione tra le Unioni Culturali Ladine chiede alla Regione una risposta e l'inserimento delle problematiche delle minoranze linguistiche nello statuto, e una rappresentanza politica». Quali sono i numeri che giustificherebbero tali richieste? «Oggi, nella provincia di Belluno, la popolazione che parla lingue minoritarie è stata censita in oltre 50.000 abitanti. I servizi si stanno riducendo, la sanità sta concentrandosi a valle, le scuole e le poste stanno subendo continui tagli e la popolazione dei paesi si sta riducendo progressivamente». La Federazione però pensa alle prossime mosse da fare. «La Federazione dei Ladini», conclude la presidente cadorina, «si riunirà sabato prossimo nella sala della Comunità montana Val del Boite per l'assemblea annuale e questo tema sarà all'ordine del giorno».

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