Belluno, i Nas controllano i contratti di appalto dei servizi di assistenza nelle case di riposo

I carabinieri antisofisticazioni di Treviso in tre strutture: nessuna multa, solo qualche inadeguatezza igienico-strutturale in due realtà

Nas nelle strutture sanitarie e socio assistenziali per anziani: sono scattati anche in provincia gli accertamenti per verificare il rispetto dei contratti di appalto delle società esterne, per la fornitura di professionalità sanitarie (medici, infermieri, operatori sanitari e altro). I Nas di Treviso coordinati dal tenente colonnello Giuseppe Mercatali, hanno visitato anche tre strutture Rsa nella zona del Bellunese, nei dintorni del capoluogo: la questione appalti non ha prodotto irregolarità, ma in due strutture i carabinieri hanno trovato qualche inadeguatezza igienico strutturale. Non sono state elevate sanzioni e la palla ora passa alla Usl per eventuali prescrizioni e la sistemazione.

Tutto bene, dunque per quel che riguarda i contratti di appalti: non ci sono rilievi a carico delle strutture per anziani controllate: l’impiego del personale esterno, quindi di cooperative o società in appalto, rispondeva ai dettati dei contratti stabiliti. In due strutture sono state invece rilevate inadeguatezze per le quali non sono scattate neanche le sanzioni amministrative: qualche rilievo nelle mense e cose simili.

Una trentina le strutture verificate tra veneziano e trevigiano con rilievi riguardanti una mancata autorizzazione all’esercizio, una carenza requisiti strutturali, tecnologici e organizzativi, due inadeguatezze igienico-strutturali, un estintore scaduto.

A livello nazionale i controlli disposti con il ministero della salute hanno avuto ben altri riscontri:  accessi in 1.934 strutture sanitarie, monitorando 637 imprese/cooperative private e verificando l’idoneità di oltre 11.600 figure tra medici (13%), infermieri (25%) e altre professioni sanitarie (62%) (operatori socioassistenziali, tecnici di laboratorio e figure similari), riscontrando irregolarità in 165 posizioni lavorative. I Nas hanno segnalato complessivamente 205 persone, tra responsabili di cooperative, titolari di strutture sanitarie ed operatori sanitari, di cui 83 all’autorità  giudiziaria e 122 a quella amministrativa.
In particolare, sono stati deferiti 8 titolari di cooperative per l’ipotesi di reato di frode ed inadempimento nelle pubbliche forniture ritenuti responsabili di aver inviato personale in attività di assistenza ausiliaria presso ospedali pubblici, in numero inferiore rispetto a quello previsto dalle condizioni contrattuali con l’Azienda sanitaria, o impiegato semplice personale ausiliario, privo del prescritto titolo abilitativo, anziché figure professionali socio-sanitarie (o.s.s.), e, infine, personale medico non specializzato per l’incarico da ricoprire.

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