Belluno: il camper di «Fuoriposto» a ruote sgonfie

Allarme di Paolo Bello sul progetto del Sert: «Fondi azzerati, l'attività è a rischio»
Il camper «Fuori posto» ha girato tutta la provincia per otto anni
Il camper «Fuori posto» ha girato tutta la provincia per otto anni
BELLUNO.
"Fuoriposto" è a rischio. Il progetto del Ser.T sulla prevenzione alle dipendenze, proprio nel momento in cui festeggia un salto di qualità importante, l'inserimento cioè nel progetto nazionale "Guadagnare salute", rischia di annullarsi. E proprio nel territorio in cui è nato ed è diventato certamente un punto di riferimento per i giovani della provicnia. «In Veneto sono stati azzerati i fondi per la prevenzione, il che significa che non si potranno formare gli operatori, e quelli già in servizio per il progetto non potranno essere pagati con quei fondi», spiega un amareggiato Paolo Bello.

«Concretamente per noi c'è il rischio di uscire nel territorio senza gli operatori».

E la mazzata arriva proprio nel momento in cui "Fuoriposto" è stato inserito all'interno di "Guadagnare salute", progetto nazionale che mira a promuovere stili di vita in grado di contrastare il peso delle malattie croniche e di far guadagnare anni di vita in salute ai cittadini, attraverso comportamenti alimentari salutari, lotta al tabagismo e all'abuso di alcol e promozione dell'attività fisica.

«Esporteremo la nostra metodologia di azione e di lavoro», prosegue Bello, «ma i soldi che arriveranno grazie a questo progetto serviranno solo per questo scopo, non li potremo utilizzare per continuare a operare nel Bellunese».

L'unità mobile utilizzata dal Ser.t per raggiungere feste, sagre e manifestazioni, il camper all'interno del quale i ragazzi trovano un operatore, che offre ascolto e la possibilità di effettuare un alcol test, solo per citare un paio di servizi, effettua ogni anno tra le 50 e le 60 uscite.

«Quest'anno rischiamo di farne un paio e basta», dice lapidario Bello. «Ed è grave, perchè finora abbiamo fatto un buon lavoro, raggiungendo i ragazzi e scoprendo cosa c'è dietro il popolo della notte e la dipendenza da alcol. Da domani non potremo più continuare a studiare il fenomeno e a trovare le strategie migliori per arginarlo».

Non si potrà più fare prevenzione, insomma, a meno che non intervenga l'Usl: «E' l'unica via di uscita, visto che dalla Regione non arriverà un euro, avendo lo Stato azzerato i fondi», spiega Bello.

«Non condivido affatto la scelta di tagliare, e non solo perchè ho visto i risultati che "Fuoriposto" ha portato. Non sono d'accordo perchè, come dicono gli americani, ogni dollaro investito per prevenire un problema, corrisponde a dollari risparmiati nella cura del problema stesso».

Il principio è quello del "prevenire è meglio che curare". «La nostra metodologia si è dimostrata efficace anche perchè il 35% dei ragazzi che vengono una volta al camper poi ritornano. Il nostro ruolo è stato quello di prendere contatti con i ragazzi, diventando per loro un punto di riferimento in un ambiente in cui gli unici punti di riferimento erano i gestori del divertimento. Abbiamo agito per porre un freno alla promozione dell'alcol». E tra i risultati ce ne sono di sorprendenti: «Quando i ragazzi varcano la soglia del camper e si trovano a tu per tu con l'operatore capiamo che hanno bisogno di parlare. Non sono pochi quelli che iniziano a raccontare la storia della loro vita». Fuoriposto ha quindi una funzione sociale da non trascurare, e ha permesso di indagare, finora, il fenomeno delle dipendenze entrandovi a piè pari, attraverso la voce di chi ne è vittima.

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