Belluno: il giro di droga alla rampa dello skate

Aperto in tribunale il processo per quattro giovani accusati di cessione di hashish, anche a minorenni. Torna libero Marino Celentin
BELLUNO. Skate e fumo. Il giro di hashish era alla rampa dello skateboard: uno per tutti compra le dosi e si consuma tutti insieme. Processo aperto ieri mattina per Alessandro Burigo, Marino Celentin, Francesco Dus ed Enrico Follador, giovani accusati di cessione di droga e finiti nella rete della sezione antidroga della squadra mobile di Belluno, ancora nell'ottobre del 2009. Sei furono gli arresti all'epoca, una dozzina gli indagati per un giro di compravendita che vedeva anche diversi minori come consumatori. Per uno degli imputati, Celentin, è stata chiesta la scarcerazione da parte del suo difensore: il giovane era ancora relegato agli arresti domiciliari. Il tribunale l'ha rimesso in libertà seduta stante. Tutti presenti i giovani (difesi dagli avvocati Mazzucco, Nicolai, Sperandio, Coletti) che devono rispondere di violazione della legge antidroga per aver ceduto sostanze stupefacenti a un vasto giro di coetanei, anche minorenni tra Belluno e Longarone. Un minorenne ieri ha testimoniato davanti al collegio (presidente Trentanovi, a latere Coniglio e Scolozzi), spiegando che tutto avveniva in amicizia. Diciassette anni e l'impegno a dire la verità. Una decina di euro a grammo per l'hashish, quando capitava: euro che venivano dati a «Burger» (al secolo uno degli impitati, Alessandro Burigo). Lui pare che comprasse per tutti, non grandi quantità ogni volta ma qualche grammo. «Nel giro la voce era quella, e mi sarà capitato una volta di dare dieci euro a Ale: ma tutto veniva consumato collettivamente». Altro ragazzo, altro teste: un altro paio di occasioni in cui per dieci euro si è fumata un po' di «roba» tutti insieme. «Eravamo alla rampa per lo skateboard» ha riferito un altro ragazzo «ho dato 10 euro perchè la comprasse, poi si consumava tutti insieme. Mi ricordo di un paio di volte... Con Ale siamo amici ed è capitato così». In precedenza l'accusa aveva chiamato chi ha condotto direttamente le indagini nell'ambito della sezione della Mobile: gli inquirenti hanno ricostruito il giro scoperchiato e in che modo si è potuti arrivare a individuare lo smercio. Il processo non si è concluso, anzi è stato rinviato dal tribunale: si torna in aula il 16 febbraio per sentire un'altra raffica di testimoni autorizzati dai giudici nella lista presentata da accusa e difese.

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