Belluno: il pastin, un prodotto da promuovere

L’appello a Prade dell'Ordine dei cavalieri di San Martino durante l’incontro-degustazione Bell’1 pastin: «Il Comune deve permetterne la vendita anche nei bar del centro cittadino»
Il sindaco Antonio Prade alle prese con un panino col pastin
Il sindaco Antonio Prade alle prese con un panino col pastin
BELLUNO.
Un'iniziativa per promuovere un prodotto della tavola bellunese e per chiedere al sindaco di dare vita a un protocollo d'attuazione per permetterne la somministrazione nei bar del centro cittadino. Il circolo culturale di enogastronomia "Ordine dei cavalieri di San Martino" ha dato vita, nella galleria Tasso, a "Bell'1 Pastin", un incontro-degustazione, che vedeva l'alimento made in Belluno grande protagonista.  Presenti tutti i vertici del sodalizio, a partire dal gran maestro Anna Bristot Lovato. «Il nostro obiettivo», spiegano i soci, «è la valorizzazione della storia, delle tradizioni e della cultura locale, partendo dai prodotti della nostra terra. Un esempio si è avuto questa mattina (ieri ndr), quando il socio Luca Dal Farra ha accolto nella sua cantina i ragazzi di una scuola media che a dicembre era stata interessata dalla lavorazione del salame. Dal Farra ha dato vita a una lezione sulla stagionatura dei salumi, perché, come dice un detto bellunese, "i salami non iè picadi"».  «Sono tante le istituzioni e le associazioni che stanno promuovendo il pastin, prodotto tipico della parte alta della provincia, composto da macinato misto di maiale e manzo. Da tempo viene somministrato anche nei ristoranti, ma c'è un gap che noi vorremmo colmare. Ci piacerebbe che il Comune, assieme all'Ascom, si facesse promotore, tramite deroghe e soluzioni igienico-sanitarie, logistiche e tecniche, di una campagna per la commercializzazione del pastin anche nei bar del centro cittadino. Sarebbe importante che il tutto fosse già pronto in occasione del Giro d'Italia, una vetrina unica per un prodotto che non ha eguali in Italia. Bisogna cogliere l'occasione al volo e invertire la rotta: non è possibile che durante le fiere e le manifestazioni bellunesi si possano mangiare soltanto le piadine romagnole».  Il sindaco raccoglie l'invito, «anche se forse sarebbe stato meglio organizzare questa degustazione in un giorno diverso dal venerdì di quaresima», ha voluto sottolineare. «Porte aperte, comunque, a chi vuole valorizzare il pastin, con la speranza che il prodotto tipico della nostra terra sia presente un po' ovunque, dal bar al grande ristorante, dalle sagre paesane alle manifestazioni nel cuore della città».  «Ci sono tante associazioni in città che lavorano per la valorizzazione di questo prodotto», prosegue Prade, «e posso anticipare che ci saremo anche noi, con una manifestazione che presenteremo nel giro di una decina di giorni. Da tempo siamo convinti che territorio e cibo vadano a formare un mix importante per il turismo. Una convinzione che confermeremo con la 2ª edizione di "A bocca aperta", il tour enogastronomico nel cuore della città».

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