Belluno, il sindaco Prade: «Basta litigi, meglio lavorare»
«Invece di strillare, gli assessori si muovano per trovare contributi esterni»
Il sindaco Antonio Prade sprona la giunta comunale
BELLUNO. «Le polemiche sul bilancio? Colpa della povertà della politica. Al giorno d'oggi ci si mette a litigare, invece di mettersi a lavorare». Parole dure quelle di Antonio Prade. Il sindaco torna sulle ultime beghe all'interno della giunta comunale, con la minaccia di dimissioni dell'assessore Passuello, dopo il quasi azzeramento dei contributi al settore della cultura. «Bisogna capire», spiega il sindaco, «che il modo di fare politica è cambiato rispetto al passato. Era troppo facile fare gli amministratori negli anni Ottanta e Novanta, quando le casse comunali erano gonfie di denaro. Ora emerge chi riesce a far progredire la città, nonostante i pesanti tagli ai trasferimenti statali. E da questo punto di vista, devo ammettere che noi siamo bravi». Quando si ha a che fare con un bilancio risicato, logico fare delle scelte. Su quali settori vi siete concentrati per il 2011? «Nell'ottica dello sviluppo della città, quest'anno ci concentreremo sulla manutenzione stradale e su alcuni interventi in centro storico. Direi che ci muoviamo rispettando le promesse fatte in campagna elettorale: a fine anno ne avremo esaudite nove su dieci. Ah, dimenticavo, c'è anche la nostra grande scommessa, legata allo sviluppo turistico del Nevegal. Una sfida affascinante, che alla fine ci vedrà vincitori». Comunque, non può negare che qualcuno nella sua squadra di governo abbia storto il naso di fronte al bilancio... «E' vero, ma se soldi non ce ne sono... Gli assessori, invece di strillare, dovrebbero attivarsi per intercettare altrove i finanziamenti. Strade da battere ce ne sono, basterebbe un pizzico di fantasia in più». I tagli alla cultura da sempre scatenano polemiche in città. «Ci sono delle norme romane che impongono questi tagli, norme che devono essere rispettate. E poi mi sembra ovvio che si taglino prima i fondi alla cultura piuttosto che al sociale. Ma sono pronto a fare una scommessa: alla fine del 2011 ci ritroveremo attorno a un tavolo e tireremo le somme, sono convinto che la cultura bellunese non ne uscirà così sacrificata. Chiaro che non potremo organizzare mostre come Tiziano e Brustolon, ma questa situazione vale un po' per tutta Italia». Le critiche dell'opposizione non mancano... «I politicanti di ieri devono smetterla di lanciare i propri strali: per loro sì che era facile governare, con tutti i soldi da sperperare che avevano». Sembra essere cambiato il modo di agire anche per il mondo del volontariato e per i privati. Prima battevano cassa e ricevevano contributi, ora la vita si fa dura... «Purtroppo le cose stanno così, fino a quando non arriverà una riforma in grado di togliere le tante ingiustizie esistenti. In questo momento, associazioni e privati devono fare come i politici: cercare contributi altrove. Alla fine emergeranno soltanto i più bravi». C'è qualche mal di pancia ultimamente a livello politico. I casi di Palazzo Rosso e della Provincia sono una delle tante dimostrazioni... «Mah, direi che la situazione a livello politico è tranquilla. Chiaro che quando ci si trova di fronte alle difficoltà, c'è bisogno di un maggiore confronto. Comunque la coalizione è solida». Non può mancare un commento sul caso Bim Gsp. «La mia posizione è quella dell'assessore Da Re: gli aumenti tariffari possono essere accettati solo in corrispondenza di un aumento dei servizi. In ogni caso il problema è più ampio. Negli anni Bim è risultata una carta vincente per il territorio, ma ora ci sono due pericoli che possono mettere in crisi gli equilibri raggiunti: l'entrata dei privati e l'aumento delle tariffe. Se fossero adottate entrambe, ci ritroveremmo tra le mani una miscela esplosiva. La vera battaglia, quindi, sarà quella del referendum, perché un conto è che i 67 comuni del Bim governino il 100% del servizio idrico, un altro, e ben peggiore, sarebbe se si ritrovassero tra le mani il 60% delle quote, col restante 40% ai privati». Di chi sono le colpe del caso Bim Gsp? «Non ci sono colpe precise, forse alla base di tutto c'è stata una grave mancanza nella comunicazione».
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