Belluno: in vendita Palazzo dei Rettori

Oggi ospita la Prefettura: Bottacin chiede 10 milioni al Viminale
Il palazzo della Prefettura. A destra Carbogno
Il palazzo della Prefettura. A destra Carbogno
BELLUNO. Sei secoli di storia, da sempre sede territoriale del governo, prima quello veneziano, poi quello romano: il Palazzo dei Rettori potrebbe essere venduto. Il prezzo è un affare: dieci milioni di euro tutto compreso, ma c'è un solo vero potenziale acquirente e cioè l'inquilino, o meglio il ministero dell'Interno, dal quale dipende la Prefettura.


Il palazzo più bello di piazza Duomo (e forse di tutta Belluno) è di proprietà della Provincia, che in questi giorni sta cercando di dare sfogo alla fantasia per chiudere il bilancio 2011, alla luce dei drastici tagli statali.


Durante la giunta dell'altro giorno il neo assessore Michele Carbogno, con qualche numero alla mano, ha buttato lì la provocazione, che è stata subito colta al volo dal presidente Gianpaolo Bottacin, che giovedì volerà fino a Roma per portare l'offerta al Viminale. Il ragionamento è lineare: la Prefettura occupa il Palazzo dei Rettori pagando un affitto di 232mila euro all'anno, pochi, soprattutto se si considerano le spese di manutenzione a carico della Provincia, che ogni anno investe decine di migliaia di euro nell'edificio, ma ciclicamente ha dovuto sborsare molto di più, come i 200mila euro spesi tra il 2009 e il 2010 per l'adeguamento alle norme sulla sicurezza.


Dunque: visto che lo Stato taglia i trasferimenti agli enti locali, questi chiedono che, almeno, il governo non scarichi su di loro i suoi costi. Il caso di Belluno, infatti, non è il primo in questo periodo. Attualmente la Provincia è vincolata da un contratto di affitto di sei anni più sei e i primi scadono quest'anno.


«Siccome non c'è altro modo di chiudere i conti che l'autofinanziamento», dice l'assessore al bilancio, «e visto che lo Stato taglia fino a mettere a rischio la capacità funzionale dell'ente, l'unica soluzione è cercare di vendere gli immobili non adibiti all'utilizzo diretto. Il palazzo di maggior prestigio, importanza e valore immobiliare è la prefettura, che oggi ci dà entrate modeste». Bottacin aggiunge: «Visto che lo ospitiamo, il Viminale potrebbe comprare il palazzo. Anche perché a Treviso l'ha già fatto».


A forza di vendere i gioielli di famiglia, però, si rimane poveri e dai tagli non si torna indietro. «Non sarebbe una cosa da fare», ammette Carbogno, «ma il problema urgente è adesso. Sapendo che le risorse saranno ridotte per sempre, in futuro bisognerà ritarare la macchina con minori costi ed è quello che stiamo già iniziando a fare, ma ora dobbiamo chiudere il bilancio e vendere la prefettura sarebbe un'entrata e al contempo un modo per ridurre drasticamente le spese di Palazzo Piloni».


Insomma, la giunta Bottacin sembra fare proprio sul serio, anche perché alla domanda "cosa fate se il Viminale rifiuta?", esce un giro di parole dove "sfratto al prefetto" appare un'alternativa presa in considerazione, anche se da scongiurare. Stiamo parlando di un edificio storico. Il Palazzo dei Rettori ha compiuto 600 anni nel 2009 e per quattro secoli fu la sede dei rettori veneziani che governavano il bellunese. A causa di un incendio (1802) e di numerosi terremoti, l'edificio fu restaurato in maniera radicale più volte, ma le stanze interne hanno conservato in buona parte il loro aspetto originario, compresa la saletta con soffitto alla sansovina, al secondo piano. La torretta dell'orologio è del sedicesimo secolo, mentre l'ampliamento più importante è iniziato alla fine del 1400 su progetto di Giovanni Candi.

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