Belluno: inchiesta sulla pericolosità dei puntatori laser

La procura della Repubblica di Belluno ha aperto un'inchiesta sulla pericolosità dei puntatori laser. Pochi giorni fa, è stato dato incarico ad un consulente per verificarne gli eventuali rischi alla salute, in particolare agli occhi.

La singolare inchiesta della procura della Repubblica di Belluno prende avvio da un recente sequestro dei "famigerati" puntatori laser, saliti alla ribalta delle cronache, negli ultimi anni, per il loro uso negli stadi per «accecare» i portieri di calcio al momento di parare i rigori o addirittura per disturbare i piloti di aerei in fase di decollo o atterraggio. Ma anche nelle scuole pubbliche molti ragazzini ne hanno fatto uso tanto da costringere direttori e presidi a vietarne l'utilizzo "gogliardico" in classe.

Nell'ultimo anno le forze dell'ordine, nella sola provincia di Belluno, hanno sequestrato un centinaio di puntatori laser, sprovvisti del marchio della Comunità europea, con una potenza superiore a quella massima ammessa per la libera vendita. Per la loro commercializzazione sono state denunciate sei persone di nazionalità cinese.

Si tratta di strumenti che sono particolarmente pericolosi se puntati negli occhi. I controlli hanno interessato numerosi negozi dislocati in tutta la provincia.

Il laser col classico puntino rosso, infatti, se superiore ai tre millivar può creare danni permanenti all'occhio.

Ma la procura della Repubblica di Belluno, con la perizia affidata ad un proprio consulente, vuole approfondire nel dettaglio i danni provocati da questi apparecchi.

Nel mercato dei puntatori laser se ne possono trovare di vario tipo: ci sono quelli applicabili ai fucili (al prezzo di 15 euro) o flessibili (al prezzo di 3 euro e 50), ma anche a forma di torce elettriche (sempre per 3,5 euro), di penna o di portachiavi.