Belluno, indagine fra gli studenti delle medie: «Serve un orientamento diverso»
I dati del questionario presentato ai ragazzi di terza media al salone Orient@ da Confindustria. Cason: «Più degli studenti, è stata fotografata la comunità in cui vivono»
Da sinistra Maurizio Milani, Diego Cason, Jury De Col e Stefano Perale
BELLUNO.
Pensano che il successo sia essere soddisfatti del proprio lavoro ed essere in grado di mantenere la propria famiglia. Ritengono che il lavoro di gruppo sia meglio di quello autonomo e (soprattutto) che per avere un buon impiego bisogna studiare tanto. È questo il risultato del questionario "Scrivi il tuo futuro", distribuito a novembre al salone Orient@ agli studenti di terza media, dai Giovani imprenditori di Confindustria Belluno, in collaborazione con l'ufficio scolastico provinciale. Quasi 1200 i ragazzi che hanno risposto (il 60% del totale) alle 10 domande che cercavano di indagare il rapporto col mondo del lavoro. «Abbiamo deciso di ascoltare i ragazzi di terza media, perchè per loro è il momento di scegliere quale scuola superiore frequentare, quale indirizzo dare alla propria vita. Volevamo uno strumento per comprendere quale rapporto hanno col mondo del lavoro e con l'imprenditorialità e verificare i nostri messaggi, strumenti e attività per il futuro», precisa Jury De Col, presidente dei giovani imprenditori. Ad analizzare i dati Maurizio Milani, responsabile dell'orientamento dell'Usp, e il sociologo Diego Cason. «Quello che ne esce», sottolinea Cason, «più che un quadro relativo alle aspettative dei ragazzi che in quell'età non hanno ancora esperienza diretta del lavoro, ci dà una fotografia dell'ambiente e della comunità in cui crescono. E si tratta di un quadro a luci e ombre soprattutto per quanto riguarda il divario che esiste tra l'esperienza dei genitori nel mondo del lavoro (che viene presentata come assoluta) e quelli che sono gli sviluppi della modernità. Ma soprattutto dimostra come le attività di orientamento vadano ricalibrate da parte dei docenti e delle famiglie e come i genitori vadano formati, perchè ciò che dicono ha un peso fondamentale sulle scelte dei figli». In poche parole, i ragazzi hanno risposto in base a quanto sentono a casa.
Il questionario.
Gli studenti, quindi, si immaginano di lavorare in un ambito in cui prevale la creatività («e questo è normale, visto che a quell'età sono concentrati su loro stessi», ha detto Cason) e in cui serve un impegno che varia a seconda del tipo di mestiere (tanto impegno per fare il meccanico, il giornalista o lo scienziato, poco per fare il calciatore o la parrucchiera). Ragazzi che si vedono per lo più a lavorare o in provincia di Belluno o in Veneto, ma che non escludono di andare anche all'estero. Vedono nell'imprenditore colui che rischia i propri soldi e inventa nuove cose, dando lavoro ad altre persone. Interessante anche il fatto che i ragazi ritengano di decidere per conto loro (o al massimo aiutati dai docenti) il tipo di scuola superiore da frequentare, mentre non hanno alcun pregiudizio sulle scuole tecniche. E per poter essere più vicini ai ragazzi, a breve partirà a Belluno un corso per 23 orientatori professionali in collaborazione con l'università di Padova. (p.d.a.)
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