Insieme si può, sostenute 194 famiglie bellunesi
Crescono le donne sole con figli minori. Il direttore Daniele Giaffredo lancia l’allarme: «Oltre alla difficoltà economica, la nuova emergenza è quella abitativa»
Centonovantaquattro famiglie (erano 163 due anni fa), 560 persone divise su 22 Comuni e 120 mila euro: sono questi i numeri della solidarietà sul territorio bellunese dell’associazione Insieme si può per questo 2024.
Numeri che fotografano il fenomeno della povertà e del disagio nella provincia dolomitica, un disagio che colpisce tutti, in modo trasversale, bellunesi e stranieri, coppie e single. E che è in aumento, evidenziando ancora di più il divario tra chi sta bene economicamente e chi invece fatica ad andare avanti.
«E forse il problema maggiore riguarda le famiglie costituite da donne sole con figli minori», spiega il direttore di Isp, Daniele Giaffredo che cura da anni l’attività, «Delle 194 famiglie infatti, almeno una quarantina sono costituite da donne sole con figli piccoli presentando quindi un ulteriore elemento di fragilità. Per tutte queste 560 persone», prosegue Giaffredo, «quest’anno abbiamo assegnato 120 mila euro tra rifornimenti alimentari, pagamento di spese domestiche, mediche e scolastiche. Si tratta di fondi che diamo per aiutare queste persone a risollevarsi accompagnandole anche nella ricerca di un lavoro e di una abitazione che sia adeguata».
Anche l’associazione denuncia la difficoltà sempre maggiore nel trovare alloggi in provincia: vuoi perché non ce ne sono molti sul mercato, vuoi perché hanno dei canoni molto alti che per chi è solo e deve mantenere tutta la famiglia diventa impossibile sostenere.
«Su questo fronte è necessario che nel 2025 si intervenga a livello provinciale, altrimenti la situazione diventa sempre più ingestibile», avverte Giaffredo, che evidenzia come «quella dell’abitazione sia una vera e propria emergenza che sta crescendo. Noi ci siamo attivati grazie ad una rete di volontari per trovare alloggi dignitosi e che siano vicini al luogo di lavoro e alle scuole. Un problema, quello della casa, che si associa come abbiamo detto all’aumento degli affitti ma anche al caro vita che si è registrato in questi ultimi anni».
Il direttore traccia quindi un bilancio di questo 2024, anno che definisce «molto intenso per quanto riguarda l’attività sul territorio e nel mondo: per quanto ci si impegni i bisogni delle persone restano ancora tanti».
Il direttore evidenzia come l’associazione abbia lavorato per sostenere chi vive in contesti di guerra dall’Afghanistan alla Siria all’Ucraina.
«Quest’anno ci siamo focalizzati sullo sviluppo economico delle donne con dei progetti mirati, progetti che hanno dato hanno visto queste donne di tutte le nazionalità impegnarsi, metterci tutta la loro dedizione e voglia di fare. Sul piatto per quanto riguarda il progetto in territorio bellunese abbiamo messo 20 mila euro da restituire così da poter andare ad aiutare altre donne in difficoltà. Su 165 donne che abbiamo sostenuto quest’anno, tra Ruanda, Uganda, India, nel bellunese sono state una quarantina. Si tratta anche in questo caso di donne sole con figli a carico. Il nostro supporto è legato al microcredito necessario per formare le persone aiutandole ad avviare delle piccole attività artigiane. E l’entusiasmo che abbiamo visto rappresenta davvero una spinta importante per continuare in questo intento», commenta Giaffredo.
Per quanto riguarda i progetti all’estero, proseguono quelli relativi a costruzioni di scuole e pozzi di acqua, ma anche l’accompagnamento nella autodeterminazione delle persone.
«Il progetto della coltivazione dello zafferano in Afghanistan sta andando molto bene visto anche l’accordo sottoscritto con Pompadour per la realizzazione di tisane con questo fiore, ma abbiamo intenzione di proseguire aumentando il terreno da coltivare così da interessare altre donne al progetto che possono così auto sostenersi».
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