Belluno invasa dai "Mazinga": indaga la Digos, ma è la trovata di una band musicale
Dieci sagome di un robot con una «M» sul petto, scritta sul petto con la vernice rosso sangue. Dieci sagome messe in altrettanti parti della città a formare una gigantesca «M» sulla cartina. Sulla vicenda che ha incuriosito i bellunesi ha indagato anche la Digos, fino a quando non si è scoperto che era una trovata di un gruppo musicale
BELLUNO
. Dieci sagome di un robot con una «M» sul petto, scritta sul petto con la vernice rosso sangue. Dieci sagome messe in altrettanti parti della città a formare una gigantesca «M» sulla cartina. Ieri Belluno si è svegliata con il dubbio di chi potesse essere stato a mettere in scena questa operazione. Le ipotesi più svariate si sono susseguite nel corso della giornata, tra pensieri di sette sataniche e minacce politiche. Tanto che della cosa se ne è occupata anche la Digos della questura di Belluno.
Ma si è trattato solo di una bella goliardata, per lanciare un video musicale.
E’ il video di «Welcome to Riddim town», la canzone del gruppo bellunese Maci’s Mobile, che da venerdì inizierà a girare su All Music e su altri network nazionali. Il gruppo fondato da Maci Salvagno e che ha nel cantante Andrea Mole Riva la sua anima, inizierà il tour estivo venerdì alla sagra del Boscariz a Feltre. Quale miglior idea per pubblicizzare il doppio evento? Ma quando nel pomeriggio, i componenti del gruppo hanno sentito dell’indagine messa in piedi della Digos, hanno subito telefonato in questura per... «costituirsi» e soprattutto per tranquillizare le forze dell’ordine. Non era in atto nessuna azione clamorosa. Le sagome, definite dalla Digos come il cartone animato Mazinga, erano del tutto «innocue» e sono state già rimosse.
Tutto risolto, quindi, con una risata generale e l’augurio di una buona riuscita del video e del tour.
I Maci’s avevano compiuto l’«assalto» nella notte fra domenica e lunedì, di ritorno da Lubiana dove avevano festeggiato un addio al celibato. Poi le sagome erano state messe vicino alle sedi del Corriere, del Gazzettino e di telebelluno. Poi a Borgo Prà, a San Lorenzo, a Lambioi, in stazione, al Parco Città di Bologna e sul cavalcavia di viale Europa.
Quindi, nelle sedi dei quotidiani locali, era stata recapitata una busta anonima con dentro un compact disc con le foto di dove erano state posizionate le sagome e una cartina della città, con l’ormai famosa «M» che andava a congiungere i punti.
Un’ulteriore operazione che ha incuriosito tutti, ma che ha anche allertato la Digos, che si è presentata nella sede dei due quotidiani per chiedere spiegazioni. Spiegazioni avute poco dopo direttamente dalla voce dei componenti dei Maci’s Mobile
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