Belluno: la casalinga con i fondi segreti all'estero
Denunciati in 26, un arresto per reati fallimentari, milioni recuperati. Nel 2010 la guardia di finanza ha scovato 73 evasori fiscali
Il colonnello Mora con il comandante di compagnia Mennella (a sinistra) e il tenente Coruzzi
BELLUNO. Dalla casalinga con i fondi in «paradiso» (fiscale) e finita nelle note liste Pessini e Falciani, al ricamificio che non ha dichiarato un milione e mezzo di redditi, alla azienda longaronese con casamadre in Lussemburgo alla quale sono stati recuperati 9 milioni di redditi non dichiarati, al professionista bellunese comunque pizzicato con irregolarità. Un pianeta «evasione fiscale» molto variegato quello affrontato dalla Finanza nel 2010 che ha scoperto 63 evasori totali (il 10% in più del 2009) e altri 10 paratotali (chi occultava il 50% del reddito). Ben 355,8 milioni di euro (il 62% in più del 2009) l'imponibile recuperata a tassazione. E sono 120,2 i milioni di euro (ben il 322,5% sul 2009) di Iva evasa. Ma c'è anche virtuosismo nel Bellunese: nel commercio dove scende di un punto, fermandosi al 4,4%, il dato sulle irregolarità riscontrate nella emissione di ricevute o scontrini. Si è intensificata l'anno scorso l'attività di verifica delle Fiamme gialle, anche con l'ausilio di controlli incrociati e soprattutto con il ricorso agli accertamenti bancari su persone soggette alle indagini. Attività tributaria che si è conclusa anche con la denuncia di 26 persone per 25 violazioni penalmente rilevanti accertate, un arresto per reati fallimentari. Di questi, 18 sono casi di dichiarazione fraudolenta, infedele o omessa, 5 casi di vere e proprie frodi fiscali con l'emissione e l'utilizzo di fatture per operazioni inesistenti; 2 quelli di distruzione della documentazione contabile obbligatoria. Molto di questo deve addebitarsi al «sommerso» d'azienda: i 73 evasori rappresentano il 17,7% in più del 2009 e in questo ambito sono state recuperate imponibili da tassare pari a 329,3 milioni di euro e Iva per 66,2 milioni di euro. C'è anche una scaletta dei settori economici nei quali si sono registrate le maggiori irregolarità: un quarto delle violazioni sono registrate nel commercio all'ingrosso e dettaglio (24,6%), poi attività manifatturiere (21,9%), edilizia (9,58%) e anche qualche professionista nella rete (6,84%). Lavoro nero. Lavoro nero o irregolare: almeno 2635 i soggetti controllati, ha spiegato il colonnello Mora, comandante provinciale (insieme con il tenente Coruzzi e il comandante di compagnia Mennella, nell'incontro di ieri). La lotta al lavoro nero e irregolare l'anno scorso ha consentito la scoperta di 112 posizioni lavorative non in regola, 98 totalmente in nero (+34,2% rispetto al 2009). Maglia «nera», cioè con maggiori irregolarità, i settori dei servizi di alloggio e ristorazione (42,3%), commercio all'ingrosso e dettaglio (19,2%), trasporto e magazzinaggio (7,7%) e attività manifatturiere (7,7%). Commercio e frodi comunitarie. Effettuati 3.797 controlli strumentali: 2.778 per la regolare emissione delle ricevute e degli scontrini fiscali, con il 4,4% di irregolarità; 834 sui documenti di trasporto delle merci; 185 rilevazioni di indici di capacità contributiva. Quanto alle frodi comunitarie, sono stati 4 gli interventi, mentre 74 quelli in materia di spesa pubblica, cioè prestazioni sociali agevolate o esenzioni di ticket sanitari.
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