Belluno, la Cisl Scuola lancia il welfare di sostegno al reddito dei docenti fuori sede

Concluso il congresso provinciale: confermata Anna Lucia Tamborrini alla guida del sindacato

Un momento del congresso della Cisl Scuola
Un momento del congresso della Cisl Scuola

Confermata in blocco la segreteria uscente della Cisl Scuola Belluno Treviso, composta dalla segretaria generale Anna Lucia Tamborrini e dalle segretarie Claudia Visentin e Maria Giovanna Gaetano. È l’esito del quarto Congresso della Cisl Scuola che si è svolto venerdì 17 gennaio a Villa Razzolini Loredan ad Asolo (Treviso). Un importante momento di partecipazione e riflessione che ha visto la partecipazione di 58 delegati tra Belluno e Treviso e numerosi ospiti e che è stato aperto dalla relazione di Tamborrini che ha offerto un’analisi approfondita dello stato di salute del mondo della scuola delle due province.

Punto di partenza, le forti e storiche criticità che zavorrano la scuola: stipendi bassi, responsabilità e adempimenti burocratici aumentati, un sistema di reclutamento sempre meno adeguato rispetto ai fabbisogni, carenza di personale, mancanza di welfare e flessibilità a sostegno di docenti, dirigenti e personale Ata. Questioni che si aggravano in territori come quello bellunese segnato da calo demografico, spopolamento e carenza di infrastrutture.

«Gli stipendi del personale scolastico italiano sono tra i più bassi d’Europa e di tutta la pubblica amministrazione in Italia – ha spiegato Anna Lucia Tamborrini – e i problemi del reclutamento e del precariato sono sempre più sotto gli occhi di tutti. Per quest’anno scolastico sono stati immessi in ruolo nel Bellunese  44 docenti rispetto ad un fabbisogno di 500: tutti gli altri sono stati nominati con incarico a tempo determinato. È evidente che ci troviamo di fronte agli effetti di un sistema di reclutamento che non funziona e che è inadeguato rispetto ai bisogni della scuola: è quanto mai necessario e urgente cambiare questo sistema, rendendo strutturale un doppio canale di reclutamento che riconosca il valore dell’esperienza di lavoro acquisita sul campo, consentendo di incrementare sensibilmente il numero dei posti coperti da personale di ruolo».

 

Gravissima la situazione sul sostegno: in provincia di Belluno l’immissione in ruolo è stata di 56 unità a fronte di un reale fabbisogno di 250 cattedre. Non va meglio al personale Ata:  sono stati coperti con il ruolo 57 posti per i diversi profili  a fronte di una disponibilità di posti vacanti in organico di diritto di almeno il doppio per entrambe le province.

«Poi c’è la partita che non esito a definire vergognosa dei direttori dei servizi generali e amministrativi  (Dsga) facenti funzioni - sottolinea Tamborrini -. Fino all’anno scorso  la provincia di Belluno aveva circa il 40% delle scuole scoperte. Per ultimo, sicuramente non in ordine di importanza, i numeri dei dirigenti. Quest’anno in provincia di Belluno, 6 scuole hanno un dirigente in reggenza su 33 istituti (7 dirigenti nominati in ruolo da concorso)».

Quali le soluzioni? «Tre sono le sfide che ci vedranno impegnate come segreteria nel prossimo futuro: retribuzione, reclutamento e qualità del lavoro - replica Tamborrini - il che si traduce in maggiori risorse per il nuovo contratto, il doppio canale per il reclutamento, formazione, introduzione di nuove figure come gli operatori scolastici, implementazione di nuovi ordinamenti del personale Ata«.

A livello territoriale, per attrarre e far rimanere il personale, la Cisl Scuola lancia dal suo Congresso una proposta specifica, quella di un «welfare di diritto di sostegno al reddito per i lavoratori e le lavoratrici fuori sede, perché si trovano nella condizione di particolare e oggettiva difficoltà di affrontare un costo della vita elevato e problemi sempre più gravi come l’impossibilità di trovare alloggi a costi accessibili. Possiamo aggiungere, in considerazione del fatto che il mondo della scuola è rappresentato da una grande maggioranza di lavoratrici, di immaginare un welfare che le aiuti a conciliare vita professionale e personale. La richiesta di part-time è in continuo aumento nel nostro territorio, purtroppo però per alcune classi di concorso e per alcuni profili (Ata) spesso non possono essere accolte a causa di un contingente saturo: serve al più presto una revisione della normativa sul part-time».

Tutte misure necessarie per fronteggiare gli effetti dello spopolamento, della perdita di attrattività del territorio e del calo demografico: in provincia di Belluno quest’anno ci sono 8 classi in meno rispetto all’anno precedente.

Al Congresso hanno portato il loro saluto diversi segretari di altre categorie territoriali della Cisl, dalla Fisascat alla Fnp, dalla First alla Fai, dalla Filca fino all’associazione Adiconsum, e il segretario generale della Cisl Belluno Treviso Francesco Orrù, che ha ringraziato la Cisl Scuola prima di tutto per lo straordinario risultato in termini di iscritti (5.131, +6,5% in 4 anni) che ha condizionato in positivo anche il tesseramento della Cisl confederale.

«Un risultato dietro al quale c’è una profonda passione e tanti sacrifici», ha detto Orrù, ricordando le quattro sfide che caratterizzeranno l’azione sindacale nell’anno appena iniziato: sicurezza sul lavoro, «una guerra in corso che in Italia uccide tre persone ogni giorno e che va combattuta con una grande campagna basata su prevenzione, cultura della sicurezza, più controlli», glaciazione demografica, processo inesorabile che intreccia invecchiamento, spopolamento delle nostre province, calo delle nascite. «Registriamo come nei nostri territori ci siano sempre meno studenti pur con un aumento in proporzione degli studenti di nazionalità straniera, e sempre meno lavoratori: nel prossimo futuro sarà in seria difficoltà la tenuta dello stato sociale».

Un tema che si aggancia profondamente a quello della perdita di attrattività del Veneto e della provincia di Belluno, «non più in grado di offrire i servizi necessari ai giovani e lavoratori per costruirsi un futuro qui: casa, trasporti e servizi, a partire da quelli per l’infanzia».

 

Al Congresso è intervenuto anche il segretario generale nazionale della Cisl Scuola Salvo Inglima, che ha sottolineato come la scuola stia attraversando un momento particolare, caratterizzato da un lato dalle «sfide del Pnrr che riguardano principalmente la messa in sicurezza delle scuole e l’adeguamento delle competenze alla transizione digitale», dall’altro dal «contesto strutturale critico segnato da carenze di organico ad ogni livello, eccessivi carichi di lavoro e di burocrazia, calo vertiginoso degli studenti per effetto dell’andamento demografico: nelle province di Belluno e Treviso in 5 anni sono stati persi 15mila studenti».

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