Belluno: la crisi delle cooperative tra tagli e concorrenza
Belluno: l’allarme lanciato dal presidente di Federsolidarietà
Pasquale Costigliola presidente Federsolidarietà
BELLUNO.
Grido d'allarme delle cooperative sociali. Nei giorni scorsi nell'incontro coi sindacati, il presidente di Federsolidarietà, Pasquale Costigliola, ha presentato la situazione della cooperazione a livello provinciale e il quadro tracciato non è per nulla roseo. «La prima questione riguarda i tagli regionali sui fondi indistinto e per la non autosufficienza, che mettono a rischio i servizi e la loro qualità».
«Ricordiamo che, in attesa di conoscere la reale entità della sforbiciata che Venezia imporrà a queste voci», precisa Costigliola, «alcuni progetti sono stati bloccati e altri sono stati prorogati dall'azienda sanitaria solo fino a questo mese di febbraio. Cosa succederà dopo non lo sappiamo. E questo sistema non andrà a scapito solo delle cooperative, ma anche degli utenti. In un momento come quello attuale in cui c'è maggior bisogno di welfare, questo viene ridimensionato per non dire azzerato», sottolinea il presidente di Federsolidarietà.
Ritardi di pagamento.
L'altro aspetto con cui le cooperative sociali devono fare i conti, e che è legato sempre alle riduzioni di trasferimenti statali agli enti locali, è il ritardo dei pagamenti delle prestazioni eseguite. «Siamo di fronte a ritardi, anche di un anno, dei pagamenti, specie delle Usl. Per fare gli stipendi dei nostri lavoratori siamo costretti a ricorrere ai prestiti bancari, sprecando decine di migliaia di euro per pagare gli interessi dei mutui. E questo non fa certo bene ai nostri bilanci. Bilanci», continua Costigliola, «che non sono fiorenti e che in alcuni casi rischiano di chiudere in rosso».
La concorrenza.
E come se non bastasse c'è anche la concorrenza che arriva da cooperative provenienti da altre città: «Nei bandi di gara, che vengono costruiti sempre in ottemperanza al massimo ribasso, presentandosi con costi del lavoro molto più bassi dei nostri, oltre che con costi di materiali notevolmente ridotti, creano problemi alla sopravvivenza delle nostre società. Tutto questo, però, a nostro parere va a scapito proprio della qualità del servizio erogato», ribadisce il presidente dell'associazione delle cooperative sociali bellunesi. «La concorrenza a cui siamo sottoposti è molto forte. Ed è per questo che sarebbe necessario chiedersi cosa sia realmente la cooperazione sociale. Se si continua così, questo territorio rischia lo spopolamento e l'abbandono».
Anche per il direttore di Confcooperative, Marco Caliandro, è necessario che vengano messi dei paletti soprattutto per quanto riguarda la concorrenza delle cosiddette cooperative spurie: «Fanno dumping commerciale, con qualità di servizi molto inferiori ai nostri e con prezzi molto bassi».
Intanto tra i lavoratori delle cooperative il clima è molto teso: a rischio ci sono anche i loro posti. «Si attende di giorno in giorno di sapere di che morte dobbiamo morire», stigmatizza Pasquale Costigliola, il quale evidenzia: «In ballo ci sono diversi posti di lavoro, persone che potrebbero rimanere a piedi. E in questi momenti sarebbe davvero una tragedia».
Per scongiurare queste situazioni, Federsolidarietà ha ritenuto di interessare i sindacati: «Devono prendere coscienza di quanto sta accadendo e devono essere sensibilizzati nei confronti di questo tipo di attività». Le cooperative si stanno mobilitando per cercare altre risorse economiche «per garantire l'assistenza alle fasce deboli della società di questa provincia, dove i costi sono più elevati proprio per la configurazione del territorio. Ma questo i politici molto spesso sembrano averlo dimenticato», conclude amaramente Costigliola.
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi
Video