Belluno: la maggioranza divisa in consiglio comunale
Spaccatura su una delibera dell'assessore Marco Da Rin Zanco ritirata dal sindaco. Si profila una guerra tutti contro tutti
Una votazione in consiglio comunale e i consiglieri Bortoluzzi, Fontana e Da Rold
BELLUNO.
Maggioranza divisa sulla delibera dell'assessore Marco Da Rin Zanco ritirata dal sindaco. Si profila una guerra di tutti contro tutti. E già qualcuno cerca di smarcarsi, criticando «questo modo di fare politica per i propri interessi».
Orazio Da Rold.
A spiegare il motivo del ritiro del documento sul consiglio comunale dei ragazzi, è Orazio Da Rold (Pdl) che rimprovera al giovane assessore e ad alcuni dei suoi le assenze alle riunioni di maggioranza. «In una di queste abbiamo deciso di ritirare la delibera perchè necessita di approfondimenti tecnici e politici. Volevamo discuterne con Da Rin ma non c'era, perchè non c'è nessuno dei suoi in maggioranza». La decisione è stata presa, secondo Da Rold, da tutti i presenti «tra cui Cugnach che in consiglio ha fatto la ramanzina agli altri, ma anche lui deve imparare a stare in linea». Secondo il consigliere, rispetto all'accordo di ritirare la delibera, «il sindaco su pressione degli assenti l'ha portata ugualmente in consiglio», spiega Da Rold che commenta: «Non si sta a casa e poi si boicottano le decisioni di chi era presente». Da Rold se la prende anche con l'assessore Carbogno «per aver portato in consiglio un emendamento mai discusso in giunta». Infine a Da Rin dice: «Deve stare calmo e tranquillo, non fare la vittima. Si ricordi, prima di parlare, che il Pdl e il sindaco gli hanno sempre coperto le spalle nei momenti difficili e continueremo a farlo. Non può arrabbiarsi solo quando uno gli fa un'osservazione. La lealtà, come lui dice, è rapportarsi con la maggioranza, non fare quello che vuole».
Bortoluzzi non la pensa così.
Non la pensa così il capogruppo del Pdl, Lorenzo Bortoluzzi: «Quella delibera l'avrei votata, perchè non c'è alcun motivo politico per non farlo. La cosa strana è che non è passata solo per motivi tecnici. Io non ho alcun preconcetto sulle cooperative, se lavorano bene non vedo perchè non affidare loro la formazione al consiglio dei ragazzi. Ma se c'era da aggiustare qualcosa lo si poteva fare in consiglio. Non è una critica al sindaco Prade», ci tiene a precisare Bortoluzzi, «che sempre di più deve dirimere piccole baruffe all'interno della maggioranza, che lo costringono a fare azioni non coerenti con l'iter consiliare, visto che la delibera era stata approvata in varie sedi». Ma la misura è colma. «Come si sarà notato, ormai, in consiglio capita che qualcuno si arroghi il diritto di dire "non mi piace e quindi non si fa" e gli altri dovrebbero adeguarsi. Se uno non condivide la delibera, voti contro in consiglio, assumendosene poi la responsabilità». Poi si toglie qualche sassolino dalle scarpe: «Ormai in consiglio tra assenteisti cronici e battitori liberi ognuno fa quello che gli pare. Ieri Marrone è venuto solo per criticare il sindaco, il vicesindaco, la giunta e il consiglio con la domanda di attualità e poi se n'è andato, comportandosi in modo maleducato verso tutti. Praticamente il consiglio è diventato un momento di sfogo personale, non più un luogo per lavorare».
Cugnach ormai è stanco.
Tirato in causa il presidente del consiglio Oreste Cugnach interviene rivendicando la propria coerenza: «Ho sempre detto che non condividevo il ritiro della delibera», e il ruolo del consiglio comunale che, a suo parere è stato prevaricato: «Prendo atto con rammarico che il sindaco ancora una volta si è fatto condizionare da una minoranza del Pdl, ha ceduto ai ricatti di alcuni consiglieri, quegli stessi che hanno votato contro gli equilibri di bilancio qualche tempo fa e che per ben due volte non hanno fatto passare la questione delle tribune. A questo punto devo concludere che il sindaco tiene di più ai "talebani" della maggioranza che a coloro che da tre anni lo sostengono in ogni occasione». Ma anche per Cugnach il limite è quasi raggiunto e annuncia che la settimana prossima «ne vedremo delle belle. Sono davvero stanco di prendere sberle dal sindaco, che ho sempre appoggiato. Per cui sto pensando di fare qualcosa assieme a qualche altro consigliere».
Fontana è attonito.
«Quella delibera mi pareva una cosa banale rispetto a progetti come il Nevegal o il Col Cavalier», dice anche Giovanni Fontana (Pdl) che sottolinea: «Quello che manca è la politica, cioè la visione d'insieme. Qui ognuno pensa per sè, sono tutti cani sciolti che agiscono in modo autonomo, salvo poi andare ad elemosinare addirittura la presenza degli altri consiglieri. Non si può continuare così».
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