Belluno. La pipì all’aperto scatena le proteste, «Sono maleducati»

Troppo spesso i clienti dei locali non usano i bagni dei bar. Dalla Ca’: «Possiamo multare solo chi è colto in flagrante»

 BELLUNO. Muri dei palazzi e portici scambiati per bagni pubblici. Sono ormai diverse le segnalazioni dei residenti del centro storico in merito a un problema che catalogare sotto la dicitura “maleducazione” sarebbe riduttivo: sempre più persone, infatti, il venerdì e il sabato sera dimenticano che esistono i bagni all'interno dei locali, e fanno pipì un po' dove capita.

Dopo via Feltre, con le numerose lamentele dei residenti, il problema si sta allargando al centro storico: prese di mira sono l'area dell'ex ospedale, ma anche via Mezzaterra, via Caffi e via Loreto.

«C'è questo comportamento da parte di certi individui di una certa tipologia di locali», spiega il comandante della polizia locale Gustavo Dalla Ca'.

Risolvere il problema, però, sembra difficile.

«Solo se la persona che fa pipì all'aperto viene colta in flagrante possiamo multarla e denunciarla (atti osceni in luogo pubblico), ma controllare a tappeto il territorio è impossibile, servirebbe un esercito. E se presidiamo un locale, una persona si può spostare di un centinaio di metri, e nascondersi in una via laterale».

Potrebbero intervenire i gestori dei locali?

«Loro hanno la responsabilità di quello che accade solo nelle immediate vicinanze del loro bar o pub. E poi secondo me queste persone che fanno pipì in giro non sono neanche clienti dei locali. Arrivano lì perchè c'è gente, stanno fuori, magari si sono anche portati l'alcol dal supermercato. Nel locale nemmeno entrano».

Sembra non ci sia rimedio.

«E' una questione di educazione, o di maleducazione in questo caso», dicono da Palazzo Rosso. «Ci sono alcuni locali che hanno un certo tipo di clientela, quella che esagera con l'alcol, e poi si arriva a queste situazioni. Sulla sensibilizzazione contro l'abuso di alcol questa amministrazione ha fatto molto, si poteva anche fare di più, ma qui il problema è a livello di educazione. L'amministrazione pubblica non può sostituirsi agli educatori».

In via Feltre, intanto, il sindaco ha emanato un provvedimento nei confronti del Kilkenny: le misurazioni fatte dall'Arpav sui decibel indicavano un superamento dei limiti di legge, e i gestori sono stati invitati a mettersi in regola, pena il divieto di fare musica dopo le 22.

«Abbiamo acquistato una macchinetta per misurare i decibel, e una sorta di filtro da applicare alle apparecchiature dei dj per evitare di superare i limiti», dice il gestore Luca Panizzi. «Ora inoltrerò la documentazione al Comune, per mostrare che siamo in regola».

In Comune sono fermi e decisi: «L'ordinanza anti rumore ha dato ottimi risultati. I baristi hanno assunto atteggiamenti più responsabili e la situazione è migliorata ovunque, anche nelle zone più critiche come piazza delle Erbe. Solo in via Feltre sono continuate le lamentele. C'è una normativa e va rispettata, non tollereremo trasgressioni».

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