Belluno. La rabbia degli automobilisti tartassati
BELLUNO. Preoccupazione, arrabbiatura, il timore che questo sia solo l'inizio di una stangata epocale. Benzinai e automobilisti non hanno dubbi: gli aumenti del costo dei carburanti sono una mazzata difficile da accettare, anche se qualcuno riconosce che «non si poteva fare altrimenti, vista la situazione in cui ci troviamo».
Ma sono voci nel deserto, perchè la maggior parte delle persone che si fermano a rabboccare il serbatoio sono molto preoccupate. «Ora aumenterà tutto il resto», commenta Willy Romor, fermo al Cucagas di viale Europa. Un distributore che ieri è stato preso d'assalto, perchè essendo privato non aveva ancora aumentato i prezzi dei carburanti: un litro di benzina costava ancora 1,539 euro, il gasolio era a 1,489. Dalle altre parti si viaggia attorno all'1,67-1,68 euro, con punte di 1,715 (la verde) e 1,711 (gasolio).
Il Cucagas ha scelto di dare 24 ore di tregua agli automobilisti, che si sono riversati in massa in viale Europa, e quasi tutti per fare il pieno. «Stasera (ieri per chi legge) aumenteremo anche noi», precisa il gestore, Iberio Salvador. I prezzi lieviteranno a 1,639 (verde) e 1,629 (gasolio), comunque più bassi rispetto agli altri distributori. Aumenti, quelli decisi dal Governo Monti, che «incideranno molto», continua Willy Romor. «Qualche centinaio di euro in più alla fine dell'anno li avremo spesi».
E il problema, segnalato un po' da tutti gli automobilisti, è che «pagano sempre i soliti, la gente che l'auto la usa per andare a lavorare», sottolinea Alessandra Denigi. Nel gruppo c'è anche chi se la prende con Monti e con i suoi ministri: «Bisognava fare la patrimoniale, questi aumenti dimostrano solo una cosa: che i soliti fortunati se la caveranno ancora, e a pagare saranno sempre i poveracci. Così i poveri diventeranno sempre più poveri, e i ricchi sempre più ricchi», spiega Achille Svaluto.
«Le iniziative prese da questo Governo ci porteranno alla recessione», aggiunge Renato Ferrighetto dopo aver fatto rifornimento alla Shell di via Feltre. «Non si è fatto nulla per favorire la ripresa economica, anzi, tutti i provvedimenti vanno nella direzione contraria». «Gli autotrasportatori sono arrabbiatissimi», aggiunge il gestore del distributore, Giuseppe Orzes, che usa le parole «panico e paura» per descrivere la situazione. «La vedo male, malissimo, perchè d'accordo che la gente deve far benzina se vuole usare la macchina, ma secondo me a breve molti capiranno che non ce la fanno, e cercheranno di mettersi d'accordo con i colleghi di lavoro per fare un'unica macchina, a turno. Però se io non vendo non guadagno». Orzes di gente ne vede passare tanta, ed è preoccupato anche per le tante famiglie che già oggi «non arrivano a fine mese. Ci sono persone che mi chiedono di far loro credito quando vengono a far benzina». «Non è la manovra ad essere pesante, è che gli aumenti arrivano tutti insieme», dice Giovanni Monti Di Sopra, gestore dell'Ip di via Feltre. «Per anni non si è fatto nulla per risolvere i problemi, e ora è tardi. Penso che il lavoro calerà, è inevitabile». Tanto più se si verificherà lo scenario prospettato da Dino Salvador, dell'Agip di via Vittorio Veneto: «Per me tra un po' arriviamo ai due euro a litro», dice. «Anche la gente pensa che aumenterà ancora la benzina, infatti molti oggi (ieri per chi legge) hanno fatto il pieno. Sono tutti incavolati ma hanno anche paura, e anche noi siamo molto preoccupati».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi