Belluno, l’appello di Andrich per l’impegno sociale
BELLUNO. «La fraternità che scioglie le nostre resistenze», «il dono dell’accoglienza», l’appello ai giovani perchè siano «autonomi e responsabili per vincere il bullismo e la sopraffazione».
Sono alcuni dei temi affrontati dal vescovo emerito Giuseppe Andrich nella omelia che ha chiuso la processione della Madonna Addolorata, parte religiosa della sagra dei fisciot. Assente il vescovo Marangoni, sono toccate ad Andrich le due cerimonie di ieri, la benedizione delle moto in Nevegal e la processione della Madonna dei sette dolori.
Quello della processione è stato sicuramente il momento in cui la festa è stata più affollata. Due ali di gente, tenute dietro ai cordoni dai volontari dell’Ana e degli scout, hanno seguito la processione delle statue di Santa Barbara e della Addolorata per le vie e le piazze di Belluno.
La chiesa di Santo Stefano, dove le statue sono conservate e venerate, era piena di fedeli per ascoltare l’omelia del vescovo Andrich. Presenti anche il sindaco Massaro, il prefetto Esposito, rappresentanti delle forze dell’ordine e della vita sociale bellunese. Ma soprattutto tanti fedeli. Partendo dalla figura della Madonna, il vescovo Andrich, come altre volte accaduto in passato, non ha mancato di toccare temi importanti per la vita dei bellunesi, nella società oltre che nella fede. Ha ricordato, ad esempio, le importanti scadenze amministrative che attendono anche la città di Belluno, con le prossime elezioni comunali. E ha richiamato tutti all’impegno sociale e al senso della partecipazione responsabile.
«Deve crescere il senso della partecipazione al bene comune», ha detto Andrich.
Ma prima si era rivolto alla Madonna ricordando le tante richieste che salgono dai suoi fedeli: che i giovani possano crescere educati al rispetto degli altri e della vita, per battere ogni forma di bullismo; che possano avere il lavoro; che ci sia rispetto per le donne, per gli anziani e per le persone più deboli. Che il profitto non venga prima delle persone.
La festa della Madonna Addolorata, celebrata per la 301esima volta a ricordo della fine di una pestilenza, è la parte religiosa di una sagra che si è aggiunta nel tempo, chiamata dei fisciot, anche se ora non si trovano più.
Sagra meno affollata di quella di San Martino, anche se in linea con quanto sta accadendo da qualche anno. Mancavano diverse bancarelle, sostituite dagli espositori che erano in attesa, ma il cambio è avvenuto un po’ tardi nel corso della mattinata, e i furgoni si sono trovati a passare in mezzo alla gente che già riempiva le strade. Mercatino dei fiori in piazza Duomo, dell’antiquariato in piazza Erbe, dei prodotti locali nei giardini di piazza Martiri. Due concerti e gli sbandieratori di Feltre hanno allietato la giornata dei bellunesi.
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