Belluno: l'artigianato vede nero, 140 lavoratori in cassa in deroga fino a dicembre
De Pellegrin (Cgil) lancia l'allarme: «38 imprese in due settimane in crisi, molte tradite dal fotovoltaico»
BELLUNO. È allarme per le piccole imprese artigianali. Nel giro di due settimane, infatti, sono giunte al tavolo dei sindacati le richieste da parte di 38 aziende di cassa integrazione in deroga per 140 lavoratori dal primo aprile fino al 31 dicembre prossimo. Una cifra che indica che il settore continua ad essere in sofferenza e che la crisi non è passata per le piccole imprese che, anzi, si vedono penalizzate ancora di più se si considera che il governo ha deciso di revocare i finanziamenti per il fotovoltaico. A lanciare l'allarme è il referente del dipartimento dell'artigianato della Cgil, Christian De Pellegrin. «Siamo di fronte ad un aumento importante di richieste di cassa in deroga per le piccole imprese (massimo di 15 lavoratori) che operano nei settori dell'occhialeria, del tessile, del metalmeccanico, dello stampaggio plastica o dell'elettrico. Nel giro di due settimane, infatti, ci siamo trovati con ben 38 domande da parte di altrettante aziende sparse per tutta la provincia, e di queste molte venivano già da un trimestre di sospensione Ebav, cioè l'ente bilaterale». «Ora, questi 140 lavoratori si troveranno per nove mesi a casa mentre l'indennità potrà arrivare soltanto fra 6-7 mesi, perchè per questo ambito non è previsto l'anticipo della cassa. Per evitare che le famiglie restino scoperte per tanti mesi, stiamo cercando di contattare questi dipendenti per informarli sulla possibilità di accedere a quel protocollo d'intesa siglato tra sindacati, Provincia e banche per poter avere ugualmente l'anticipo della cassa in deroga. Ma raggiungere tutti e 140 è un'impresa molto difficile», precisa De Pellegrin. Il sindacalista si sofferma poi su una questione particolare, quella cioè del fotovoltaico. «Sappiamo che molte di queste imprese e altre del nostro territorio soltanto qualche settimana fa alla fiera di Longarone Costruire erano riuscite a raccogliere diversi ordini nel fotovoltaico, in alcuni casi anche per due anni di fila, e che dalla sera alla mattina si sono visti vanificare possibilità importanti di lavoro e quindi di sopravvivenza grazie al decreto con cui sono stati tolti i finanziamenti a questa forma alternativa di energia». E questo non può che aggravare ancora di più la situazione finanziaria già pesante di queste imprese, le quali, «contro la loro volontà si vedono togliere delle commesse importanti e così numerose che potevano completare quel numero concesso dal ministero di interventi fotovoltaici molto prima della data del 2020 come previsto dal primo decreto. Ma così facendo, il ministero ha bloccato il settore mettendo in crisi tante altre aziende», continua De Pellegrin. Il sindacalista snocciola poi i dati riferiti alla cassa integrazione in deroga riferita al 2010 che era pari a 691mila ore autorizzate, contro le 608mila del 2009. «non dimentichiamo che nel 2010 hanno chiuso nella nostra provincia ben 200 imprese, di cui molte sono anche artigiane. La situazione econimica è quindi ancora buia e di queste 38 che ad oggi sono ricorse alla cassa in deroga, fra 8 mesi vedremo se saranno in grado di continuare a stare sul mercato. Il nostro auspicio è la ripresa ci sia e riguardi tutti i settori».
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