Belluno, Lega Nord a congresso: Gidoni-Vello la sfida per il dopo Vaccari

Il senatore non si ripresenta: «E' giusto cambiare, il partito farà la scelta più giusta»
Un momento della festa della Lega Nord a Vallesella di Cadore
Un momento della festa della Lega Nord a Vallesella di Cadore
BELLUNO.
L'esperienza dell'onorevole Franco Gidoni opposta alla voglia di fare del giovane Diego Vello. Il congresso provinciale della Lega Nord è ormai alle porte e questo sarà il tema che condurrà al rinnovo del direttivo e all'elezione del nuovo segretario provinciale.

Già, perché Gianvittore Vaccari, dopo sei anni alla guida del carroccio bellunese, ha deciso di mettersi da parte: «L'ho già detto ai veri segretari locali del nostro movimento», spiega il sindaco di Feltre, «ritengo giusto che il testimone passi in altre mani. In diversi mi hanno chiesto di continuare, e ciò mi fa piacere, ma ritengo giusto che la ruota giri. Sono certo che il partito saprà fare le scelte giuste».

Giovedì sarà il termine ultimo per la presentazione della candidatura in vista del congresso, ma sembra scontato il "duello" tra Gidoni e Vello: «Attendo giovedì», spiega Vaccari, «per ora sono in corsa Gidoni, uomo di esperienza, e Vello, un giovane in gamba».

Finisce quindi l'era Vaccari. Sei anni durante i quali la Lega Nord è cresciuta esponenzialmente, arrivando a contendere la leadership del Pdl in provincia.
«Sono stati anni ricchi di soddisfazioni e di lavoro», spiega il senatore. «La Lega è al governo dei due maggiori Comuni della provincia, è protagonista in altre amministrazioni importanti come Sedico, ha sei suoi sindaci, ha strappato Palazzo Piloni al centrosinistra ed è diventata il primo partito politico a livello regionale. Direi che sono stati sei anni d'oro per tutto il movimento».

Come si spiega l'ascesa del Carroccio in provincia e a livello nazionale?
«Gli elettori hanno premiato la nostra coerenza. La Lega è nel cuore della gente, perché è vicina alle persone, ne conosce i problemi e ha un grande progetto: il federalismo fiscale. Una volta attuato, darà a ogni Regione quell'autonomia che tanti credono sia solo un sogno».

Solo soddisfazioni in questi sei anni?
«E' stato un periodo importante, ma ci sono stati anche momenti difficili, che hanno messo a dura prova la macchina organizzativa leghista. Mi riferisco soprattutto alla malattia che ha colpito il nostro leader Umberto Bossi a pochi giorni da un grande comizio bellunese a cui avrebbe dovuto prendere parte. Tutti i leghisti si sono sentiti colpiti da questa vicenda. Ma invece di arrenderci, in noi è scattato subito l'impegno a mettere ancora più forza nelle nostre azioni, convinti che Bossi sarebbe tornato alla guida del partito. Abbiamo tenuto duro in attesa del suo ritorno e i fatti ci hanno dato ragione».

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