Belluno, l'occhialeria dichiaraguerra alla contraffazione
"La giornata nazionale della lotta alla contraffazione e al commercio illegale - spiega il presidente di Anfao, Vittorio Tabacchi - si svolgerà il 7 luglio e si svilupperà in due luoghi differenti: a Roma e a Venezia. E i produttori bellunesi ci saranno, allarmati dai troppi sequestri: "Porteremo una serie di occhiali contraffatti e, davanti alle telecamere, li distruggeremo con uno schiacciasassi. Una dimostrazione di forza, per dire che la nostra battaglia sarà spietata"
BELLUNO.
L’occhialeria dichiara guerra alla contraffazione. E lo fa partecipando alla giornata del 7 luglio, organizzata da Confindustria in accordo con la Presidenza del consiglio e il ministero per lo Sviluppo economico.
Lo ha annunciato ieri il presidente di Anfao Vittorio Tabacchi, durante il “Visione business forum” che si è svolto al Cavalieri Hilton di Roma. Una tre giorni durante la quale sono stati analizzati i problemi del settore e in modo particolare il fenomeno della contraffazione e del commercio illegale, una piaga che colpisce un po’ tutti i settori della moda
Lotta ai falsi.
«La giornata nazionale della lotta alla contraffazione e al commercio illegale», spiega il presidente di Anfao, Vittorio Tabacchi, «si svolgerà il 7 luglio e si svilupperà in due luoghi differenti: a Roma e a Venezia. Nella capitale ci saranno convegni e dibattiti per analizzare il fenomeno alla presenza di rappresentanti di Confindustria e del Governo; in laguna, nel territorio dove il distretto dell’occhiale è di casa, porteremo una serie di occhiali contraffatti e, davanti alle telecamere, li distruggeremo con uno schiacciasassi. Una dimostrazione di forza, per dire che la nostra battaglia sarà spietata».
Difficile identificare il fenomeno con i numeria, ma una cosa è certa, la contraffazione aumenta anno dopo anno: «E’ impossibile dare numeri precisi. L’unica cosa che possiamo fare», spiega Tabacchi, «è analizzare i dati dei sequestri che vengono eseguiti nelle dogane italiane. Ecco, questi sequestri sono aumentati a dismisura negli ultimi cinque anni, il che significa che il fenomeno è tutt’altro che sotto controllo».
Il presidente Tabacchi conclude, soffermandosi sullo stato di salute dell’occhialeria bellunese: «Non è cambiato granchè rispetto ai mesi scorsi. Posso dire che la caduta libera della domanda si è bloccata e che ci attendiamo un leggero miglioramento col passare dei mesi».
Anche per Renato Sopracolle, rappresentante del Distretto dell’occhiale bellunese, la contraffazione è una piaga che rischia di mettere in ginocchio il settore: «È un fenomeno pericoloso e difficile da arginare, perché mette sul mercato occhiali rassomiglianti a quelli originali, a prezzi inferiori. Ogni genere di lotta, quindi, è ben accetta da tutti noi».
L’occhiale e la crisi.
Anche Sopracolle si sofferma sul difficile momento dell’occhiale bellunese: «Rispetto alle crisi del passato, quella attuale è più trasversale, toccando un po’ tutti i settori. I segnali di ripresa ci sono, gli ordinativi sono in aumento, però dovranno essere consolidati nei prossimi mesi per poter affermare che il peggio è passato».
Il Cadore è l’area dove la crisi dell’occhiale si è fatta sentire maggiormente: «A risentirne sono state soprattutto quelle aziende che lavorano per conto terzi e la maggior parte di queste si trovano in Cadore. Molte si sono trovate in grosse difficoltà, qualcuna ha addirittura chiuso i battenti, perché non aveva le capacità economiche per resistere alla crisi».
Professionalità da difendere.
Le piccole occhialerie bellunesi sono sinonimo di grandi professionalità, che ora rischiano di andar perdute: «Questo potrebbe essere un problema per il futuro, perché le nostre piccole occhialerie sono un concentrato di professionalità. È vero, ci sono corsi di formazione per le nuove generazioni, ma l’esperienza acquisita negli anni è fondamentale. Per questo motivo chi di dovere dovrà cercare di aiutare il distretto, investendo su di esso. Perché c’è un rischio all’orizzonte, ovvero che alla ripresa del settore, il nostro territorio non sia più in grado di sopportare i vari ordinativi. E il pericolo è che gran parte di questi siano spostati all’estero».
Oriente nel mirino.
Da anni l’export copre l’80% del fatturato delle occhialerie bellunesi, con il mercato statunitense sempre in prima linea. Negli States, però, la crisi ha portato a un calo vertiginoso delle vendite. Ecco, quindi, che gli esperti hanno direzionato la propria attenzione sui mercati orientali: «Dobbiamo essere bravi a cogliere al volo le occasioni che il mercato ci presenta», conclude Sopracolle, «e al momento Medio Oriente ed Estremo Oriente danno buone indicazioni di crescita».
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