Belluno: nuove indagini sulla tragedia dell'elisoccorso "Falco"

Il gip ha accolto la richiesta dei legali dei familiari dell'equipaggio
A destra il velivolo del 118 schiantatosi al suolo nell’agosto del 2009 alle pendici del Faloria Sotto le quattro vittime dell’equipaggio dell’elicottero
A destra il velivolo del 118 schiantatosi al suolo nell’agosto del 2009 alle pendici del Faloria Sotto le quattro vittime dell’equipaggio dell’elicottero
BELLUNO. Il giudice delle indagini preliminari, Aldo Giancotti, ha accolto la richiesta di supplemento d'indagine avanzata dai legali dei famigliari di tre dei quattro membri dell'equipaggio dell'elicottero del Suem, morti nello schianto sul Faloria il 22 agosto 2009. Secondo i famigliari, infatti, non fu un errore umano del pilota Dario De Filip a causare la tragedia, come ha sempre sostenuto la procura. Quella dell'errore umano, infatti, è sempre stata la sola e unica tesi avvallata dalla procura in base alla quale, nell'udienza davanti al gip del settembre scorso, ha chiesto l'archiviazione del caso. Invece il gip Giancotti, dopo aver mantenuto la riserva per oltre 4 mesi, ha deciso di rinviare gli atti alla procura della Repubblica, ordinando così nuove indagini per approfondire ulteriormente alcuni aspetti sulle cause dello schianto dell'elicottero del 118, avvenuto nell'estate di due anni fa. Due i motivi che hanno spinto il giudice a disporre un approfondimento d'indagine. Il primo: per completare alcuni punti, rimasti in sospeso, nella consulenza agli atti della procura. Secondo: per verificare se nelle mappe in dotazione all'equipaggio dell'elicottero fosse stata segnalata la presenza dei cavi contro i quali finì il velivolo del 118. Due aspetti, dunque, molto importanti dell'inchiesta. Con il rinvio degli atti in procura, del caso se ne dovrà occupare un nuovo sostituto procuratore dal momento che il pubblico ministero Martina Gasparini, titolare inizialmente delle indagini, ha lasciato la procura di Belluno per un nuovo incarico al tribunale di Pordenone. Naturalmente positive le reazioni degli avvocati delle famiglie, Massimo Moretti ed Eugenio Ponti. «Siamo molto soddisfatti - spiegano - della soluzione adottata dal gip Giancotti, soprattutto per l'approfondimento dell'aspetto delle mappe in dotazione al velivolo». Com'è noto, i legali che si erano opposti all'archiviazione del caso, gli avvocati Moretti, Ponti e Degli Angeli, avevano fin da subito sostenuto la necessità di approfondire le indagini sulla tragedia di Rio Gere. Per diversi motivi. A loro giudizio, i cavi degli impianti del Faloria che causarono lo schianto non avevano alcuna segnalazione cromatica, i piloni di partenza e di arrivo erano completamente nascosti dalla vegetazione e nel velivolo non è stata trovata nessuna mappa che indicasse la presenza di quei fili. Inoltre, per salvaguardare anche l'onorabilità di un pilota esperto, quale De Filip, che aveva, alle spalle, 3500 ore di volo con un brevetto conseguito in America. Dunque i legali hanno chiesto e ottenuto che si battano altre piste per verificare eventuali responsabilità di terzi. In particolare di chi aveva il compito di segnalare quei cavi, di chi doveva fare manutenzione attorno ai piloni della funivia coperti dalla vegetazione o di chi doveva fornire al pilota mappe aggiornate che segnalassero la presenza dei fili d'acciaio. Ciò, in contrasto con quanto stabilì nel corso delle indagini la procura che chiuse l'inchiesta in tempi rapidi facendo proprie le conclusioni della perizia dell'Enac (ente nazionale sicurezza del volo): «Nessun guasto tecnico né responsabilità di terzi: fu un errore umano».

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