Belluno: nuovo quartiere in via Col Da Ren

Il progetto prevede 100 alloggi, metà venduti a prezzo convenzionato
A sinistra l’assessore all’urbanistica Paolo Gamba A destra una veduta del terreno che oggi è in parte agricolo e in parte destinato a servizi Si trova a ovest di Dolomitibus
A sinistra l’assessore all’urbanistica Paolo Gamba A destra una veduta del terreno che oggi è in parte agricolo e in parte destinato a servizi Si trova a ovest di Dolomitibus
BELLUNO. Un centinaio di appartamenti, oltre 180 nuovi residenti in via Col Da Ren. E' stato depositato il primo progetto di "social housing" a Belluno e la giunta comunale ha già dato il suo via libera, inviando la proposta dei privati alla Regione, che dovrà approvare o meno l'iniziativa. La metà degli alloggi verrà venduta a prezzo convenzionato, cioè tra il 65% e il 75% del valore di mercato. Il social housing è uno strumento previsto dalla legge urbanistica, ma poco utilizzato finora. Esso dà la possibilità a un privato di ottenere la variazione di destinazione d'uso di un terreno o un compendio edilizio, rendendolo residenziale, in cambio della costruzione e commercializzazione di alloggi a un prezzo "calmierato". Con questa definizione si intende una via di mezzo tra l'edilizia popolare e il prezzo di mercato. L'acquirente "tipo" è un soggetto che non ha i requisiti per accedere alle case Ater, ma che non può nemmeno permettersi di comprare un appartamento ai costi attuali del capoluogo. La proposta di social housing riguarda una superficie di 23.377 metri quadrati. Il terreno si trova vicino al centro città, in via Col Da Ren, adiacente alla sede di Dolomitibus, in direzione ovest. L'ambito comprende un porzione con destinazione agricola e una inserita in zona F (cioè servizi). Il terreno quindi sarebbe economicamente improduttivo, ma la legge urbanistica offre una via d'uscita ai proprietari. Anzi, alle proprietarie, perché la proposta arriva da tre donne: Bianca Rosa Fenti, Vittorina D'Incà e Barbara Casagrande. La loro idea, già riprodotta in uno studio di fattibilità sottoposto alla giunta, è quella di edificare 13 mila metri quadrati (60,7 mila metri cubi): metà da destinare al libero mercato e l'altra metà al mercato convenzionato. Notevole, in ogni caso, il bilancio dell'operazione che, calcolato sulle stime attuali, ammonta a oltre 20 milioni di euro. Vendere a prezzo calmierato farebbe "perdere" solo 3 milioni di euro, che vengono considerati come beneficio collettivo dell'operazione. Nell'accordo è prevista anche la cessione di un'area al Comune, pari a 3.630 metri quadrati (valore stimato 127 mila euro). Parte di questo terreno, quello più vicino a Dolomitibus, verrà dato all'azienda di trasporti come piazzale funzionale al servizio. Per dare un'idea del costo degli alloggi, la proposta parla di 1.800 euro al metro quadro per gli appartamenti a prezzo di mercato e di 1.350 euro per quelli a prezzo convenzionato, ma si è deciso di non fissare la cifra, ma di definirla in percentuale (65-75%) rispetto a quella ufficiale al momento della vendita. Nello studio di fattibilità sono previsti sei condomini a tre piani (con insediamento di 183 abitanti), con parcheggi, spazi verdi attrezzati, pista ciclabile, marciapiedi e viabilità interna. Il progetto definitivo però potrebbe essere totalmente stravolto. L'area è già dotata di sottoservizi (acquedotto, fognatura, rete elettrica e telefonica). «La proposta», spiega l'assessore all'urbanistica Paolo Gamba, «è stata vista dalla giunta, ma adesso serve l'ok della Regione per la variante. Se e quando arriverà, verrà fatto un accordo di programma con i proprietari e poi il progetto seguirà l'iter normale». Sarà il Comune a definire i criteri per l'accesso agli alloggi in social housing. Nel frattempo si è fatto avanti, con una proposta analoga, anche il proprietario dell'ex Monopolio di Stato, a Mussoi. Per un'iniziativa simile ci sarebbe anche l'area Peep di Visome, dove 10 mila metri cubi sono stati ceduti da tempo al Comune.

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