Belluno, nuovo welfare per superare il divario di genere nel mondo del lavoro
Nasce il protocollo d’intesa tra Pubblico, Privato e Terzo Settore. Monego: «Costruiamo le condizioni per parità e inclusione contro lo spopolamento della montagna»

Parità di genere e welfare territoriale. È il duplice obiettivo comune che si pongono il settore pubblico, il privato e Terzo Settore che oggi, venerdì 28 febbraio, hanno sottoscritto in Provincia un protocollo d’intesa per creare una rete di partenariato territoriale finalizzata proprio alla promozione di azioni corali e sinergiche per superare il divario uomo-donna sul posto di lavoro e sviluppare misure di welfare.
«Un protocollo nato all’interno del Bando Pari (Progetti e Azioni di Rete Innovativi per la parità e l’equilibrio di genere) finanziato con Dgr 1522 del 29 novembre 2022 e portato avanti da Metalogos nel Bellunese» spiega la consigliera di Parità Flavia Monego, «E che costituisce un ulteriore sviluppo, orientato anche a contrastare lo spopolamento della montagna, o quanto meno a dare una mano in tal senso, attraverso la promozione di misure concrete in grado di rispondere alle esigenze delle donne lavoratrici e delle famiglie».
Il protocollo - intitolato “Strategie e innovazione per un welfare di parità” - è nei fatti la base della rete territoriale. I soggetti sottoscrittori infatti sono le istituzioni locali (Comuni di Belluno e Borgo Valbelluna, Ipa Cadore, Ipa Dolomiti Venete, Ipa Prealpi Bellunesi, Commissione Pari Opportunità di Belluno e Commissione Diritti Civili e Politiche di Genere di Ponte nelle Alpi, Ufficio scolastico di Belluno, Veneto Lavoro e Consorzio Bim Piave), le associazioni di categoria (Appia Cna, Ascom, Coldiretti, Confcooperative, Confartigianato, Confindustria, Legacoop), e i sindacati Cgil, Cisl e Uil, Fondazione Welfare Dolomiti, oltre a Metalogos (capofila di progetto) con la collaborazione della Consigliera di Parità.
Nelle premesse sono contenuti sia il quadro normativo vigente sia una descrizione della situazione bellunese (derivante da una ricerca dell’Università di Padova, dal Rendiconto Sociale Provinciale 2023 dell’Inps, da un’indagine della Cisl, da studi della Camera di Commercio, e da rilevazioni di organizzazioni locali). Ne risulta un’immagine completa delle criticità e delle esigenze sociali, in termini di occupazione, di divario retributivo, di bisogni delle famiglie e aspettative dei giovani. Un’immagine che mette in luce alcune strategie e azioni per migliorare il benessere dei lavoratori, creando un contesto lavorativo più attrattivo e sostenibile.
Da queste premesse, il protocollo individua una tipologia di welfare territoriale strutturata secondo sei tematiche di intervento: tempo e armonizzazione vita-lavoro, attrattività, residenzialità, programmazione territoriale, coprogrammazione e coprogettazione pubblico-privato, mobilità. Le linee strategiche disegnano un’architettura di misure pratiche che vanno dal sistema di welfare per le giovani generazioni (con spazi aggregativi e servizi extrascolastici) a nuove forme dell’abitare, dalla diffusione del modello di integrazione di politiche pubbliche e private in un sistema Family Friendly a misure di conciliazione territoriali come risposta concreta alla difficile gestione dei tempi di vita e di lavoro, passando per un diverso sistema di mobilità montana e nuovi modelli organizzativi e interorganizzativi per un approccio “Human-Centered”.
«Questo protocollo rappresenta un tassello importante per andare oltre il semplice lavoro di prevenzione e superamento delle disparità. E devo ringraziare tutti i firmatari per aver colto l’importanza del lavoro di squadra» - sottolinea Flavia Monego, «La visione che Metalogos, come capofila di progetto, ha saputo dare è alla base della costruzione di strategie che oggi individuiamo e trasmettiamo al territorio perché diventino realtà quotidiana. Così potremo costruire una società più equa e dare un futuro alla montagna che oggi si spopola».
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi