Belluno: per il nuovo tratto A27i pedaggi saranno molto salati
«Il progetto preliminare sul prolungamento dell’A27, presentato 20 giorni fa a Longarone, non sta in piedi». La sonora bocciatura arriva dal comitato Peraltrestrade Dolomiti, da sempre contrario all’autostrada, e convinto che la Regione abbia fatto i conti senza l’oste. Una delle questioni sollevate sono i costi del pedaggio che supererebbero di 4 volte la tariffa applicata attualmente sul tracciato esistente
BELLUNO.
«Il progetto preliminare sul prolungamento dell’A27, presentato 20 giorni fa a Longarone, non sta in piedi». La sonora bocciatura arriva dal comitato Peraltrestrade Dolomiti, da sempre contrario all’autostrada, e convinto che la Regione abbia fatto i conti senza l’oste. Una delle questioni sollevate sono i costi del pedaggio che supererebbero di 4 volte la tariffa applicata attualmente sul tracciato esistente.
Il costo della tratta che va da Pian di Vedoia a Pieve di Cadore è di un miliardo e 200 milioni di euro. L’opera sarà finanziata interamente da privati che punteranno sui pedaggi per rientrare degli investimenti. Il comitato ha preso in mano il piano economico del progetto preliminare ed ha calcolato che, per percorrere i 21 chilometri del nuovo tracciato, un automobilista dovrebbe pagare 6 euro e il conducente di un mezzo pesante circa 21 euro. «Chi vuole che venga», dichiara Giovanna Deppi del Pas, «con queste tariffe i turisti si guarderanno bene dall’arrivare in Cadore».
Costi 4 volte più alti.
Attualmente il pedaggio autostradale per la tratta di 83 chilometri che va da Ponte nelle Alpi a Mogliano è di 6 euro e 70 e per i 24 chilometri fino a Vittorio Nord di 1 euro e 70. «Due anni fa», continua Deppi, «il Nucleo regionale di valutazione e di verifica degli investimenti aveva valutato il progetto A27». «Sotto il profilo tariffario», si legge nel documento, «il pedaggio chilometrico della proposta appare sensibilmente più elevato rispetto ad analoghe infrastrutture autostradali, mentre appare più confrontabile con quello applicato nei trafori del Monte Bianco, del Frejus, del Gran San Bernardo e del Ponte Europa e del Tunnel dei Tauri, in Austria».
I conti non tornano.
«Se non sapessimo che in questo Paese tutto può succedere», continua Deppi, «potrebbe sembrare una bufala». Il Pas solleva il problema «dell’insostenibilità economico-finanziaria del progetto che risulta evidente incrociando pochi parametri». Il risultato sono flussi di traffico troppo bassi per supportare dei costi di costruzione così elevati. «Lo studio prevede un transito (sul solo tronco autostradale) di 25 mila veicoli al giorno dal 2015, che diventeranno 41 mila nel 2039. Sono flussi che non ci sono. Attualmente, se le nostre informazioni sono esatte, nelle domeniche di punta sul Ponte Cadore transitano 11/12 mila veicoli».
Alemagna off-limits.
La proposta, contenuta nella bozza di convenzione inclusa nel progetto preliminare, prevede che la statale 51 resti a disposizione dei soli residenti, mentre tutti gli altri, mezzi pesanti e leggeri, verrebbero obbligati a percorrere il nuovo tratto autostradale e a pagarne il relativo pedaggio. «Una cosa allucinante», scrive il comitato. «Non si può costringere nessuno ad andare in autostrada», prosegue Deppi, «non credo che esista al mondo un obbligo di questo tipo. E poi non si capisce se la circolazione lungo l’Alemagna comprende tutti i bellunesi o solo quelli che risiedono nei comuni attraversati dall’autostrada».
Sindaci latitanti.
«Noi», dichiara ancora Deppi, «lanciamo il sasso agli amministratori. Accettare significa massacrare questo territorio. Vogliono l’autostrada solo perchè la pianura ha bisogno di uno sbocco a Nord e non cercano nemmeno più di dirci che lo fanno per noi. L’impatto ambientale sarà spaventoso». I lavori dovrebbero partire nel primo semestre del 2012 e dovrebbero essere completati entro il 2016-2017. «Non sono realistici 4 anni di lavoro», continua, «sul piano Anas precedente parlavano di 10 anni. 6-7 anni ci vorranno. La 51 diventerà impraticabile per molti anni e in Cadore non ci verrà più nessuno».
Il problema resta.
«Una autostrada che finisce alle porte di Pieve peggiorerebbe la situazione della mobilità in Cadore intasando la viabilità ordinaria lungo tutta la valle del Boite da una parte e Auronzo e il Comelico dall’altra». L’alternativa? «Ci vuole la circonvallazione di Longarone», conclude Giovanna Deppi, «il tappo è quasi tutto lì e poi un po’ alla volta fare delle varianti, ma non tagliare fuori i paesi con l’autostrada».
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