Belluno. Più tavoli all’aperto per bar e ristoranti e si pagherà solo lo spazio occupato

Il Comune vara il piano per la ripartenza dei locali pubblici Massaro: «Riduciamo la burocrazia e abbassiamo le tasse»

BELLUNO

Più spazio all’aperto per i tavolini di bar e ristoranti, meno documenti da compilare e costi abbattuti. Il Comune vara il piano per aiutare i locali a ripartire dopo i due mesi di chiusura dovuta all’emergenza coronavirus.

«Questa è solo una delle misure di sostegno che vogliamo inserire nel pacchetto al quale stiamo lavorando con le altre realtà del Distretto del commercio», anticipa l’assessore Yuki d’Emilia. «Questa mattina (ieri, ndr) ci siamo confrontati con i Comuni di Ponte nelle Alpi e Feltre e abbiamo riconosciuto la necessità di individuare una lista di azioni condivise per sostenere la ripartenza delle attività commerciali, e le agevolazioni all’ampliamento dei plateatici è una di queste, come lo slittamento dei termini per l’imposta di soggiorno e della Cosap (tassa occupazione suolo pubblico) adottato dal Comune di Belluno nelle scorse settimane».

Plateatici più ampi

«Le regole sul distanziamento penalizzeranno ulteriormente i locali pubblici, già piegati da oltre due mesi di chiusura forzata», spiega il sindaco, Jacopo Massaro. «Per questo, la spallata alla burocrazia che stiamo dando con questo provvedimento per ampliare gli spazi all’esterno dove posizionare i tavoli, o per agevolare la richiesta di occupazione di nuovi spazi per chi non ne avesse già usufruito, vuole essere un segnale di aiuto a queste attività».

Le pratiche amministrative per ampliare gli spazi all’aperto saranno ridotte. Per le occupazioni costituite da arredi non saldamente ancorati a terra non occorreranno autorizzazioni urbanistiche o edilizie: le richieste dovranno essere corredate da una planimetria in cui devono essere evidenziati gli arredi che si vogliono installare e gli spazi che si intendono occupare, evidenziando le superfici necessarie per garantire il rispetto del distanziamento.

Tavolini anche nei parcheggi

Le domande saranno accolte compatibilmente con la disponibilità di spazi e anche con l’eventuale possibilità di sottrarli temporaneamente alle aree di sosta, purché non si tratti di spazi riservati alla sosta di persone con ridotta capacità motoria, o di aree antistanti le vetrine di altri esercenti su sede fissa, o di aree solitamente occupate da associazioni o esposizioni.

In caso di richieste di ampliamento in conflitto fra loro, si suddividerà lo spazio conteso fra gli interessati, assicurando a tutti, nei limiti del possibile, lo stesso incremento percentuale di superficie occupata.

«In sostanza», illustra Massaro, «si potranno recuperare all’esterno le superfici di vendita perse a causa del distanziamento sociale, mantenendo le distanze di sicurezza e senza necessità di alcuna richiesta, fatta salva la planimetria per verificare la presenza di eventuali problematiche. Non solo: si potranno ampliare ulteriormente le superfici di vendita attraverso una semplice Scia – Segnalazione certificata di inizio attività».

«Chiederò comunque all’assessore regionale al commercio, Roberto Marcato, un intervento che consenta di derogare ulteriormente alle norme e alla burocrazia previste in questi casi».

Si paga solo lo spazio sotto ai tavoli

Novità anche sul fronte dei costi: «In attesa di un provvedimento nazionale, annunciato a breve, che cancelli il Cosap e che allo stesso tempo garantisca uguali entrate ai Comuni, prevederemo che nel calcolo non venga conteggiato lo spazio tra i tavoli necessario per garantire il rispetto del distanziamento sociale», continua Massaro. «Chi vorrà ampliare il plateatico, quindi, si troverà a pagare solamente per lo spazio occupato dai tavoli, e non per l’intera superficie su cui questi sono distribuiti».

Un aiuto per gli esercenti

«In attesa di novità sul fronte fiscale, la sburocratizzazione è la priorità in questo momento», conclude Massaro. «Questa possibilità di ampliare in maniera più facile e veloce i plateatici era già stata concordata a marzo con le associazioni di categoria, ma il processo si era poi fermato con il decreto che sanciva la chiusura dei locali pubblici. Ricordo anche che già dal 16 aprile, per sostenere i nostri commercianti in attesa di una decisione da parte del governo, abbiamo sospeso e rinviato a fine luglio il pagamento del Cosap, mentre è stato spostato a metà ottobre quello dell’imposta di soggiorno».

«Questi provvedimenti sono stati presi in attesa di decisioni a livello nazionale e regionale che indichino se e come queste imposte possano essere cancellate, e come le perdite causate ai Comuni dai mancati introiti verranno sanate», chiude il sindaco. «Se da qui alle scadenze fissate dal Comune di Belluno non dovessero arrivare questi provvedimenti, siamo ovviamente pronti ad approvare un nuovo slittamento dei termini». —




 

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