Belluno, primarie Pd: Reolon e Vendramini candidati alle regionali

L'ex presidente della Provincia ha avuto il 52 per cento delle preferenze
BELLUNO.
Sono Sergio Reolon e Paolo Vendramini i candidati del Pd alle elezioni regionali. Le primarie si sono chiuse con una vittoria secca dell’ex presidente: 1.458 voti, il 52,54%. Al secondo posto i 496 voti di Vendramini che per due ore ha dovuto aspettare il via libera dalla commissione elettorale. Dolores Bortolas infatti ha raccolto 494 voti e quelle due preferenze di scarto hanno provocato lunghe verifiche. Paolo Bello si è fermato a 315 voti. Ai seggi ieri sono andate 2.775 persone.

 Ottima l’affluenza alle urne, ben oltre le attese del partito. «Sì», dice soddisfatta il segretario provinciale Lidia Maoret, «i vontanti sono stati più di quanti pensassimo, nonostante una campagna elettorale breve e sottotraccia. Vuol dire che il Pd bellunese ha ancora un buon appeal e che il popolo del centrosinistra è attento. Noi però speriamo che lo sia soprattutto da qui a fine marzo, quando ci saranno le elezioni regionali. In queste primarie abbiamo speso pochi soldi ma tante energie, adesso», continua Lidia Maoret, «chiediamo ai nostri elettori di impegnarsi al nostro fianco in vista delle regionali, per permetterci di portare a Venezia uno dei nostri candidati».

 A partire da oggi dunque il Partito Democratico bellunese apre ufficialmente la sua campagna elettorale: «Cammineremo insieme al partito regionale», conclude la Maoret, «ma abbiamo una nostra specificità e quindi batteremo soprattutto sui temi più importanti per la nostra provincia».

 Alla vigilia qualche preoccupazione c’è sempre e un esito tanto pieno per Sergio Reolon non era scontato. A risultato acquisito l’ex presidente della Provincia appare emozionato: «Sono molto contento e ringrazio tutte le persone che sono andate a votare, tutti quanti. Per me è stato un risultato molto bello, oltre il 50 per cento e questo significa che l’esito è chiaro, netto, inequivocabile e mi fa davvero piacere, perché non è stato un periodo facile. Queste primarie», prosegue Reolon, «consentono al partito di ritrovare gli equilibri interni e di affrontare la campagna elettorale con serenità, forza ed entusiasmo. L’obiettivo adesso è eleggere un consigliere regionale e la risposta dei nostri elettori ci permette di partire con grande convinzione».

 Alla vigilia di queste primarie in effetti le previsioni erano tante e diverse, ma solo chi dava per scontato Reolon ha avuto ragione. Di sicuro ci ha visto lungo Maria Teresa Cassol (e Marco Perale): il suo sacrificio non è stato vano e forse è stato decisivo per ribaltare la situazione sul secondo gradino del podio, da una quasi certa Bortolas (appoggiata dall’uscente Guido Trento) a un sorprendente Vendramini.

 Lui, dal suo feudo di Ponte nelle Alpi, è frastornato: «E’ una grande soddisfazione, non ce l’apettavamo. Abbiamo lavorato una settimana con tanti amici e nei circoli, ha vinto un metodo, quello della giunta De Menech. Possiamo farcela, il Pd farà un consigliere regionale, i presupposti ci sono tutti, la gente ha capito che vogliamo cambiare il partito».

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