Belluno, quasi mille abitanti in meno in un anno

BELLUNO. Il Bellunese ha perso in un anno altri 960 abitanti. Dal 2018 al 2019, la popolazione residente è scesa da 202.269 persone a 201.309.
Se poi si va indietro di qualche anno, nel 2011 eravamo 208.191, per cui nell’arco di otto anni c’è stato un crollo di 6.882 abitanti.
Quella della metà del Novecento era un’altra epoca, ma nel 1951 il dato era di 236.716, quindi 35.407 persone in più, distribuite dall’alto Cadore fino al basso feltrino rispetto all’anno scorso.
È la fotografia, impietosa, data dall’Istat, che ha pubblicato le statistiche dopo il censimento relativo agli ultimi due anni, basato sulla combinazione di rilevazioni campionarie e dati di fonte amministrativa trattati statisticamente.
I dati generali. La popolazione in Italia al 31 dicembre 2019 ammonta a 59 milioni 641 mila 488 residenti (circa 175 mila persone in meno rispetto al 2018, cioè lo 0,3 per cento), di cui appunto 201.309 nel Bellunese, che rispetto al 2018 ha perso lo 0,47 per cento.
In una parola, spopolamento, che non è una novità con il suo trend ormai consolidato ma che non smette di essere uno dei temi principali contro cui sta lottando la Provincia, intesa come ente politico.
Chi sale e chi scende. Da un anno all’altro, quarantacinque Comuni registrano un saldo negativo e solo dodici guadagnano abitanti.
Ma la questione non riguarda solo la parte alta del Bellunese, perché nella dozzina con il segno più, la maggior parte si trovano proprio tra Cadore, Agordino e Comelico.
Lo sottolinea il presidente della Provincia Roberto Padrin: «Nelle terre alte si comincia a vedere un’inversione di tendenza e questo è un dato estremamente positivo».
Ci sono quattro Comuni del Cadore: Borca passa da 797 (2018) a 823 (2019), Domegge da 2308 a 2316, Perarolo da 350 a 355, San Vito da 1903 a 1929. Nell’Agordino, Livinallongo sale da 1308 a 1311, Rivamonte da 611 a 614 e San Tomaso da 621 a 623. In Comelico, più uno per San Nicolò (da 390 a 391). Crescono poi Quero-Vas (da 3128 a 3149) nella parte più bassa della provincia, e sempre nel territorio feltrino anche Cesiomaggiore (da 3916 a 3918).
Si aggiungono infine Longarone (da 5166 a 5172) e Limana (da 5314 a 5344).
Tre restano invariati dal 2018 al 2019: Danta e Vallada (che confermano i trend positivi per il Cadore e l’Agordino) e Sedico. Caso a parte Borgo Valbelluna, Comune nuovo che ha messo insieme Lentiai, Mel e Trichiana.
Facendo la somma dei tre nel 2018 (Lentiai 2912, Mel 5881 e Trichiana 4780), il totale di 13573 è comunque più alto dei 13515 abitanti di Borgo Valbelluna nel 2019.
I centri minori. I comuni con il maggior numero di abitanti - Belluno, Feltre, Sedico - rimangono sostanzialmente stabili. Belluno è cresciuto dal 2001 al 2011 da 35.050 abitanti a 35.591 per poi restare attorno a questa cifra (35.678 nel 2018 e 35.675 nel 2019).
Feltre era sotto quota 20 mila abitanti nel 2001 (19.240), è salita a 20.525 nel 2011 e negli ultimi due anni ha oscillato da 20.463 a 20.451. Sedico ha continuato a crescere negli ultimi trent’anni, confermando la stessa cifra (10.222) nel 2018 e 2019.
Il comune più piccolo. Zoppè registra un calo costante, scendendo sotto quota 200 abitanti nel 2019 (197), dopo averne avuti 212 l’anno precedente, 265 nel 2011, 303 nel 2011 e 491 nel 1951.
Lotta allo spopolamento. L’Istat certifica con i numeri quello che la provincia sente sulla propria pelle, con uno spopolamento che non smette di preoccupare. «I dati confermano il trend che da diversi anni sta colpendo la provincia di Belluno», commenta il presidente della Provincia Roberto Padrin. «Lo spopolamento è uno dei temi sui quali stiamo lavorando tutti insieme come istituzioni per cercare di mantenere il più possibile sul territorio i nostri cittadini, soprattutto i giovani che magari vanno all’università e poi non rientrano. È chiaro che abbiamo un tasso di mortalità molto alto e uno di natalità molto basso, e ovviamente questo anche incide nella lettura dei dati». —
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