Belluno: «Qui si vuole svendere il teatro»
Il direttore del Tib: «In ballo c'è Verona tramite il Circolo cultura e stampa»
BELLUNO. «Diciamo le cose come stanno: il nostro contratto scade a maggio, e molti appetiti si sono risvegliati. Qui non siamo di fronte a un dibattito culturale: magari lo fosse. Qui si usano le parole per fare confusione. Ma dietro c'è un piano preciso: svendere il nostro Teatro a Verona per il tramite del Circolo Cultura e Stampa». Il Tib Teatro firma così la fine del primo atto: il fuoco alle polveri lo dà il direttore artistico, Daniela Nicosia, all'indomani della bufera in giunta sugli indirizzi per il bando di gara che dovranno regolare l'appalto della gestione del teatro per la Fondazione. «La delibera della giunta esprime equilibrio, e non si può che apprezzare - afferma Daniela Nicosia - Si privilegiano la territorialità, le imprese del territorio, la produzione. Ma all'assessore alla cultura Mariagrazia Passuello non va bene. L'assessore parla di monopolio del Tib. Ma vogliamo dirci le cose come stanno? Facevamo Doc Teatro d'autore, ed è morto. Facevamo il Filo d'Arianna, ed è morto. Comincio dai 3 è tenuto in piedi per i capelli dalla solidarietà delle famiglie, del pubblico, dei genitori. E l'assessore vorrebbe morto anche quello. Di che monopolio stiamo parlando? Diciamo piuttosto che c'è stato un disegno che ha voluto farci fuori fin dall'inizio. E in nome di questo disegno va bene anche dimenticarsi della territorialità». E il piano si incepperebbe, appunto, sulla questione territoriale. Nicosia apre la pagina 38 di un fascicolo prodotto dalla Fondazione Atlantide del Teatro Stabile di Verona: vi compare la stagione veicolata a Belluno dal Circolo Cultura e Stampa. «Un cartellone in palese concorrenza con quello della Fondazione Teatri delle Dolomiti: si parla di mancanza di pluralismo, eppure è la Fondazione stessa ad accogliere nel teatro di cui paga i costi anche un cartellone concorrente». Nella brochure della Fondazione Atlantide, però, non c'è traccia del Circolo Cultura e Stampa: «Belluno è presentato come uno dei tanti teatri gestiti da Atlantide: come Verona, Abano, Bassano, Conegliano, Este e altri. E questo è il gioco: passando al Circolo Cultura e Stampa, Belluno diventerebbe un satellite di Verona». Poi la riflessione continua: «Ma io mi chiedo: perchè far sparire l'unica struttura teatrale di questa provincia? C'è una sostanziale differenza tra una associazione e un organismo teatrale: due realtà diverse, che come tali possono convivere. Ma non è che morto uno l'altra lo sostituisce. Così come non è che morti Doc e il Filo d'Arianna sia nato qualcosa di diverso: magari. Invece nulla di nuovo è stato portato in città: non ci sono nuove piante. Siamo diventati un cimitero. Se questa è l'idea che ha l'assessore della pluralità...». Infine c'è la questione dei conti: «Il bilancio della Fondazione non solo è in pareggio, ma quest'anno ha addirittura un avanzo di esercizio nell'ultimo consuntivo. Costiamo 150.000 euro, pari al 18% del bilancio della Fondazione. E questi soldi equivalgono al lavoro di trenta persone: in altri teatri analoghi al nostro, le cifre sono ben diverse. Si parla anche di milioni. Se il nostro contratto non avesse avuto le caratteristiche di trasparenza che ha, in questi anni sarebbe stato tranquillamente fatto a pezzi. La Fondazione Teatri è un ente autonomo con una sua progettualità, non un collettore di denaro da spargere a pioggia, sostituendosi agli assessorati alla cultura: la Fondazione è una Ferrari. A mettergli la benzina giusta fa viaggiare la storia teatrale di questa città e di questa provincia. Se non ci fossimo infognati in questi ultimi dieci anni in polemiche mosse dal Circolo Cultura e Stampa, avremmo potuto mettere la nostra attenzione su far diventare Belluno una realtà riconosciuta come Teatro Stabile e di innovazione, cosa che avrebbe potuto portare ad altri finanziamenti». E Daniela Nicosia chiude: «Gli assessori passano. Le strutture teatrali sono quelle che si tirano su le maniche e restano. Fino al 18 maggio, data di scadenza del contratto, lavoreremo a pieno ritmo per la prossima stagione. Su quello che succederà dopo non ne abbiamo idea».
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