Belluno: rabbia, sì ai voli nell'area del Parco
Da venerdì l'elicottero getterà le esche col vaccino antirabbico
BELLUNO.
Dopo la nuova documentazione arrivata dal ministero della Salute, inizieranno venerdì i voli con l'elicottero per gettare le esche con il vaccino antirabbico anche nell'area del Parco. Nei giorni scorsi avevamo dato la notizia del diniego del Parco al sorvolo dell'area protetta e al lancio delle esche con l'elicottero. Motivazione? Il disturbo che i voli avrebbero creato alla nidificazione delle aquile.
Ma il diniego era dovuto anche ad una carente documentazione sui piani di volo.
Ieri il direttore del Parco Nino Martino ha dato la notizia che dopo l'analisi della nuova documentazione, è stato rilasciato un parere positivo per il lancio delle esche con gli elicotteri, in modo da integrare il lavoro di distribuzione già effettuato a terra dagli agenti che si occupano della tutela dell'area protetta.
Il direttore generale del Dipartimento per la salute pubblica veterinaria del ministero della Salute Gaetana Ferri, ha inviato, in seguito a numerosi colloqui con Martino, una nota in cui si precisano in modo dettagliato le modalità previste per il sorvolo. Precisazioni che hanno avuto come esito il permesso dato dal Parco.
I voli con l'elicottero avranno inizio venerdì, saranno limitati a poche giornate ed effettuati in modo da coniugare le esigenze di una corretta ed omogenea distribuzione dei vaccini, con quelle di tutela di alcune aree di nidificazione.
La campagna di vaccinazione contro la rabbia dentro il parco è iniziata ad aprile con il personale del parco, della forestale e della polizia provnciale che ha percorso 100 chilometri a piedi, deponendo 2.618 vaccini.
Il Parco - precisa Martino - ha collaborato da subito con l'Istituto Zooprofilattico delle Venezie per garantire una adeguata distribuzione dei vaccini anche all'interno dell'area protetta.
«E' bene sapere che, in quasi 18 anni di attività, i pareri negativi del Parco sono stati appena il 3%, nel restante 97% dei casi il Parco ha sempre dato parere favorevole, richiedendo eventualmente accorgimenti tecnici, che hanno consentito di realizzare la quasi totalità degli interventi, senza arrecare danni all'ambiente naturale. Coniugare le esigenze della tutela della natura con quelle legate alle attività umane è la sfida che ogni giorno i Parchi affrontano; nel caso delle Dolomiti Bellunesi non si può certo dire che l'uomo, da quando è nato il Parco, sia stato messo in secondo piano, o che non siano state tenute in debita considerazione le esigenze di tutela della salute pubblica».
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