Belluno ricorda l’“an de la fan”

Posizionate delle installazioni a Palazzo Minerva, ma in città ce ne saranno altre

BELLUNO. Chi ieri mattina è passato in via Mezzaterra non avrà potuto ignorare qualcosa di insolito. Nella loggia di Palazzo Minerva, gentilmente concessa da Damiano Miari Fulcis, sono stati collocati emblematici avvisi pubblici e sagome a grandezza naturale di personaggi di cent’anni fa. L’iniziativa rientra nel programma voluto dal Comune di Belluno per commemorare l’anniversario dell’“an de la fan” e il centenario della fine della Grande Guerra. Nel corso del 2018 alcuni luoghi significativi della città verranno simbolicamente invasi da foto originali, in parte inedite, scattate proprio durante l’occupazione austro-tedesca dal fotografo professionista bellunese Pietro De Cian (1873-1927).

Si è cominciato da Palazzo Minerva - l’ideazione si deve alla cortesia dell’architetto Stefano De Vecchi - ma anche altri i siti saranno interessati da una serie di installazioni urbane, tra le quali la posa di grandi manichini con le divise delle diverse divisioni dell’esercito di occupazione austroungarico. «Alle 12 del 10 novembre 1917, poche settimane dopo la disfatta di Caporetto, facevano ingresso a Belluno le truppe austroungariche», ricorda l’assessore alla cultura, Marco Perale. «Da quel momento cominciava anche il tremendo periodo conosciuto come l’“an de la fan”, che durò fino al 1° novembre 1918, oggi celebrato come giorno di liberazione della città. Per il 2018, l’ultimo anno di commemorazioni della prima guerra mondiale, abbiamo lavorato a una serie di iniziative per far riemergere vicende storiche che, nei decenni, sono state in parte dimenticate. Il tutto in un’ottica di riconciliazione della memoria».

Con il Comune collaborano diverse realtà, come l’Archivio Storico, che custodisce un prezioso fondo documentario relativo al periodo della Grande Guerra. Sono già state realizzate due mostre documentarie e multimediali “An de la fan, Belluno invasa 10 novembre 1917 - 1 novembre 1918” e “Belluno a Pistoia”. «Ci sarà poi un’esposizione itinerante per le scuole», precisa Perale, «e altre due mostre, con l’Abm e l’Aics». In autunno è prevista l’intitolazione di una via o una piazza ai sindaci di Belluno, che hanno retto la città durante l’anno di occupazione: Bortolo De Col Tana e Pietro Mandruzzato. Con l’occupazione delle truppe austroungariche, De Col Tana fuggì in esilio con la sua giunta a Pistoia, dove continuò formalmente la vita amministrativa, mentre Mandruzzato rimase a Belluno a gestire la città. Dopo la Liberazione, il primo venne bollato come codardo, il secondo accusato di collaborazionismo, e perciò cancellati dalla memoria della storia civile. «È ora di restituire loro il giusto posto nella memoria di questa città», commenta Perale. (m.r.)

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