Belluno: risparmi prosciugati dall'amico di famiglia
Agente immobiliare sotto inchiesta per truffa ad un'infermiera: spariti 100.000 euro
Un agente immobiliare è finito sotto inchiesta per truffa
BELLUNO. I risparmi di una vita, liquidazione compresa, volatizzati per la troppa fiducia nell'amico di famiglia. È di 100.000 euro la somma che un'infermiera bellunese del "San Martino" denuncia di aver perso, dopo averla affidata ad un agente immobiliare, ora sotto inchiesta con l'accusa di truffa. L'amico di famiglia in questione, un cinquantenne di Belluno, (difeso dall'avvocato Francesca Larese), si era offerto di fare da intermediario presso un'impresa edile, per conto dell'infermiera che aveva bisogno di ristrutturare casa. La donna, rimasta di recente vedova, aveva piena fiducia di L.P., amico, soprattutto, del marito scomparso. Mai avrebbe pensato di ritrovarsi in una situazione simile. Almeno stando alla sua denuncia. La donna, infatti, sostiene di essere rimasta senza un soldo, con l'impresa edile che, a lavori conclusi, le chiede ora i soldi. Soldi, che costituiscono i risparmi di una vita di un'intera famiglia, figli compresi. Le indagini, condotte dalla polizia giudiziaria e dall'Arma dei carabinieri, sono state coordinate dal sostituto procuratore Simone Marcon. L'infermiera, che si è affidata all'avvocato Lara Favero, chiede ora, attraverso un'azione penale presso il tribunale di Belluno, di riavere i propri soldi. L'agente immobiliare, invece, sostiene di non dover proprio alcun centesimo alla donna. Nega tutto, respingendo ogni accusa al mittente. I fatti sono stati denunciati dalla parte offesa alla fine dell'anno scorso. La donna ha raccontato agli investigatori di aver affidato i soldi, una somma di oltre 100.000 euro, ad un agente immobiliare bellunese. Un cinquantenne, amico di famiglia, del quale aveva piena fiducia. Le avrebbe promesso che si sarebbe occupato lui stesso di trovare una impresa edile, grazie anche alla sua attività nel ramo immobiliare, che le ristrutturasse casa ad un costo del tutto vantaggioso. Ma l'uomo le avrebbe anche chiesto di consegnargli già tutta la somma che era in suo possesso, in modo da dare qualche anticipo e poi saldare il conto alla fine. Il punto è che poi, alla fine, la donna ha scoperto che la ditta non aveva ricevuto alcun soldo. Nemmeno, l'anticipo. Per questo motivo ha deciso di denunciare il cinquantenne bellunese per truffa aggravata. L'uomo era già stato processato nel marzo di tre anni fa per truffa e sostituzione di persona. Una vicenda che riguardava una fornmitura di 20.000 piastrelle, da usare in un cantiere che aveva aperto fuori provincia e che, secondo l'accusa, non pagò mai. L'uomo, nel processo di primo grado, fu assolto dall'accusa di truffa e condannato per sostituzione di persona a due mesi di reclusione (condonati dall'indulto).
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