Belluno ritorna in vetta è la città più vivibile
BELLUNO. Belluno riconquista lo scettro. Una “medaglia d’oro” che aveva tenuto per due anni e che nel 2012 era stata strappata da Verbania. Quest’anno Belluno è invece tornata in vetta.
Il rapporto “Ecosistema Urbano”, la ricerca (questa volta alla ventesima edizione) condotta ogni anno da Legambiente sulla vivibilità delle città italiane capoluogo di provincia, ha decretato infatti la presenza al vertice della graduatoria di Belluno, il cui punteggio di 72,19, su un massimo di 100, non è solo il più alto all’interno della categoria “città piccole” (quelle con meno di 80 mila abitanti), ma anche in assoluto. Venezia, riconfermata al vertice tra le “città grandi” (oltre 200 mila abitanti) ha difatti ottenuto un punteggio di 64,85. Trento, anche quest’anno prima tra le “medie” (tra gli 80 mila e i 200 mila abitanti), ha totalizzato 71,38.
I fattori che hanno reso possibile a Belluno ottenere l’ottimo risultato sono il contrasto all’inquinamento atmosferico, la riduzione della produzione di rifiuti e l’incremento della raccolta differenziata, l’attenzione alle politiche energetiche.
«Una grande soddisfazione per la città di Belluno, che si è sempre tenuta a livelli di eccellenza», il commento del sindaco Jacopo Massaro, che ieri si trovava a Bologna dove ha partecipato a una tavola rotonda in cui si è parlato di eco sostenibilità. «La nostra fortuna è quella di avere un ambiente di qualità eccelsa e amministratori comunali che hanno avuto sempre a cuore il tema».
E dall’altro lato c’è la sensibilità diffusa tra i cittadini: «Tutti i progetti», aggiunge il primo cittadino, «sarebbero stati vani se non ci fosse stata la cultura del rispetto dell’ambiente tra le persone. Questo è senza dubbio un punto di forza. Pensiamo poi alla riduzione delle emissioni e dei consumi elettrici. In quest’ultimo caso l’amministrazione sta lavorando alla conversione dell’illuminazione pubblica».
Tra i principali indicatori presi in considerazione da Legambiente per redigere la classifica ci sono le polveri sottili, la raccolta differenziata, i consumi energetici, la disponibilità di alberi e giardini, l'adozione di fonti energetiche alternative, l'utilizzo dei mezzi pubblici, la diffusione della mobilità alternativa, come bus ecologici o le piste ciclabili.
Fiore all’occhiello di Belluno è il sistema di gestione dei rifiuti: per quanto riguarda la produzione annua pro capite il capoluogo, secondo solo a Benevento, ha il valore più basso. Ed è anche uno tra i più “ricicloni”, dietro a Pordenone e Verbania.
Va abbastanza bene anche per quanto riguarda la “dispersione della rete”, ossia la differenza tra l’acqua immessa e quella consumata per usi civici, industriali e agricoli: la percentuale bellunese è del 26%, più alta rispetto a Pordenone, al primo posto tra le città piccole con il 10%, ma decisamente più bassa rispetto a livelli ben più alti (tra tutti il 68% di Cosenza). Cresce poi l’impegno di Belluno per quanto riguarda l’utilizzo di energia da fonti rinnovabili, soprattutto nel campo del teleriscaldamento, che vede il capoluogo al quinto posto tra le città piccole.
«Un obiettivo a cui stiamo lavorando», sottolinea ancora Massaro, «è quello volto a far cogliere l’opportunità economica, e non solo sociale, dell’eco sostenibilità. Nel nostro territorio esiste una forte vocazione manifatturiera. Stiamo ora puntando sul turismo per creare una diversificazione, che in provincia, con il grosso patrimonio che possiede, può trovare terreno fertile».
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