La storia di Roberto Cit: «La passione per il volo al servizio della gente»
È l’unico comandante bellunese alla guida di un elicottero del Suem: «Prima di fare un salvataggio dobbiamo assicurare noi stessi. Tante persone non sono preparate. Fatti molti interventi per alpinisti illesi»
Pilota per passione al servizio della gente che ama la montagna. Roberto Cit, pilota feltrino di elicottero, dal 2021 fa parte della squadra di elisoccorso del Suem di Belluno. Ogni giorno, insieme al suo team, mette a rischio la propria vita per garantire la sicurezza delle persone che frequentano la montagna: sciatori, alpinisti, turisti e autoctoni che, in maniera differente, necessitano dell’intervento dei soccorritori.
Per Roberto, alla base di tutto, ci deve essere la passione, componente fondamentale in un lavoro ad alto rischio. Altissimo. Si perché gli interventi aumentano di anno in anno (nel 2024 sono stati 1.048) e molto spesso si trattano di soccorsi a persone illese, ma del tutto impreparate ad affrontare la montagna. «Prima facevo parte di un’azienda dove operavo con un elicottero adibito al trasporto di carichi sospesi», afferma Roberto Cit, pilota feltrino del Suem. «Trasportavo materiale, facevo il servizio di antincendio o di rifornimento rifugi in alta quota, oltre ad altre operazioni con la Protezione civile ad esempio».
Cit, dal 2021, ha iniziato a lavorare con il Suem, tutto un altro genere di lavoro. «Si», prosegue Cit, «per fare questo lavoro devi avere tanta passione. Il rischio c’è sempre: tutte le operazioni di recupero e di soccorso che facciamo le svolgiamo con equipe medica a bordo, formata da cinque persone. Siamo sempre pronti a partire per salvare vite, ma dobbiamo cercare di farlo sempre nella massima sicurezza, perché affrontiamo diversi scenari di soccorso. Alla base di questo mestiere ci deve essere la nostra incolumità, prima ancora di quella delle persone che andremo a salvare: è fondamentale per rendere il soccorso adeguato».
Ogni anno aumentano gli interventi in montagna. «Si, sembra che ogni anno aumenti il nostro lavoro di soccorso. L’estate è il momento nel quale lavoriamo di più, dove facciamo più interventi. Ci sono tanti infortuni in montagna, ma nella maggior parte dei casi il nostro è un recupero di persone illese. La gente è poco organizzata e poco preparata, si affida solo ai social e quindi si lancia in percorsi senza conoscerli e senza la giusta esperienza».
Anche negli interventi più semplici, però, c’è sempre un’alta dose di rischio: «È così», prosegue, «cerchiamo già da molto tempo - almeno un paio d’anni - di lanciare appelli che però vanno a vuoto. Ci sono tante persone che si affacciano alla montagna senza la minima preparazione. Non si fanno seguire dalle guide alpine ed è sbagliato: infatti, queste sono figure competenti, che sanno fino a dove spingersi, con quali attrezzature e soprattutto sanno cosa consigliare ad un turista inesperto».
«Le guide», dice Cit, «possono dare le giuste indicazioni che permettono di non farsi sorprendere in montagna ed affrontare al meglio una semplice escursione, senza andare ad inventarsi cose troppo difficili e senza mettere in pericolo le altre persone».
Come opera una squadra di soccorso? «Siamo un vero team», dice Roberto Cit, «tutti coordinati uno con l’altro e tutti tarati su un certo tipo di soccorso da fare per salvare un probabile infortunato. È un lavoro che viene svolto e viene fatto da più persone, dove ognuno svolge la sua parte».
Che ruolo hanno i soccorritori sull’elicottero? «A destra abbiamo il pilota, che ha i comandi di volo e si occupa della gestione della macchina», dice Cit. «Davanti, a sinistra, abbiamo il tecnico dell’elicottero, nonché verricellista quando abbiamo l’operatività di un verricello come equipaggiamento dell’elicottero stesso. Nella parte posteriore abbiamo un uomo o donna del personale del Soccorso alpino, oltre al medico e infermiere, sempre presenti».
«Nella parte invernale», conclude, «quando lavoriamo per eventi di valanghe probabili, oltre a queste figure si aggiunge anche quella dell’unità cinofila con cane da ricerca».
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