Belluno: scuole materne vicine al collasso
Fontanelle: «Non abbiamo mai certezza dei fondi. Siamo messi male»
La scuola materna di Farra d’Alpago e alcuni bambini all’asilo Le scuole materne paritarie sono vicine al collasso per mancanza di fondi
BELLUNO. Incerta la sopravvivenza delle scuole materne paritarie in provincia. L'allarme viene dal presidente della Fism bellunese (Federazione italiana scuole materne) Maurizio Fontanelle. «È una situazione che si trascina da un anno e che ora sta diventando insostenibile, perchè dobbiamo fare i conti con scuole con un numero ridotto di bambini, per cui diventa difficile e faticoso creare dei servizi aggiuntivi». La situazione critica riguarda l'intero Veneto e l'altro ieri a Treviso il presidente regionale della Fism ha consegnato, con un gesto simbolico e provocatorio, le chiavi delle scuole al prefetto. «Ma qui nel Bellunese la situazione è ancora più dura». In provincia di Belluno, sono circa 40 le scuole materne paritarie che accolgono circa 2000 bambini. Il problema nasce per il taglio dei contributi pubblici agli asili e soprattutto per il ritardo con cui arrivano le risorse. «L'anno scorso abbiamo dovuto ricorrere alle banche di credito cooperativo che ci hanno anticipato i contributi che la giunta regionale aveva stanziato ma non ancora erogato. E quindi siamo riusciti ad andare avanti, grazie a questo accordo che abbiamo sottoscritto tra Fism Veneto e la Regione», sottolinea Fontanelle. A cui fa eco il vicepresidente Paolo Carniel: «Per riuscire a far fronte alle spese abbiamo dovuto ricorrere, in alcuni casi, all'aiuto dalle parrocchie. La questione è che senza contributi siamo sotto zero. I bilanci di molte scuole sono in rosso e con questi ritardi nei trasferimenti siamo costretti a portare avanti una gestione finanziaria fatta di anticipi». Quella che manca, quindi, è la certezza dei contributi. «La cosa che volge ancora di più a nostro sfavore è che il Ministero ha aumentato il numero di bambini per classe, mettendoci in difficoltà sotto diversi punti di vista. Ad oggi, mese di aprile, non è arrivato ancora niente da nessuna parte. Speriamo che a maggio arrivi la prima tranche dalla Regione», auspica Carniel. I genitori cercano di attivarsi con iniziative per raccogliere fondi, ma non basta. «Per fortuna, in molti casi, le amministrazioni comunali ci danno un valido sostegno», riprende Fontanelle che cita il caso del comune di Belluno. «La giunta infatti ha incrementato del 40% il contributo per la Fism, per cui le scuole del capoluogo, ad oggi, sono quelle che soffrono meno. Qualche problema abbiamo invece a Feltre, dove il Comune non mette quasi niente. Insomma, siamo di fronte a problemi che si spalmano a macchia di leopardo in provincia, ma che nel complesso rendono davvero critica la situazione per gli asili paritari, anche se ci sono le rette delle famiglie». Il presidente provinciale, inoltre, ribadisce il problema dei docenti. «Il pagamento degli insegnanti spetta alle singole scuole, non sono in capo allo Stato, e questo costo pesa sui nostri bilanci per il 70-80%. L'ideale sarebbe che questi docenti venissero pagati dallo Stato, così potremo avere maggiori risorse. Ma dobbiamo fare i conti anche con la scadenza del contratto collettivo di lavoro che, se verrà rinnovato secondo gli aumenti di quattro anni fa, ci vedrà ulteriormente in crisi per reperire le nuove risorse», sottolinea amaramente Fontanelle. Il presidente Fism in conclusione avanza una considerazione: «Un bambino iscritto ad una scuola materna paritaria costa allo Stato 500 euro l'anno, mentre uno iscritto ad una scuola statale costa 5000 euro l'anno. Con queste cifre il governo dovrebbe cercare di incentivare la nostra presenza sul territorio e sostenerci, e non rendere sempre più incerta, ogni anno, la nostra sopravvivenza. Basti pensare che quest'anno il reintegro delle somme che ci spettano è legato alla vendita delle frequenze televisive».
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