Lezioni al freddo in seminario a Belluno, protestano gli studenti del Catullo

Ragazzi e insegnanti in classe con i cappotti, avvisata la Provincia: in alcune aule c’erano appena 16 gradi

Alessia Forzin
Il seminario gregoriano di Belluno
Il seminario gregoriano di Belluno

In classe con il cappotto. Fa freddo, negli spazi del seminario dove fanno lezione alcuni studenti del Catullo. Troppo freddo. Un problema nato ancora l’anno scorso, e che si è ripresentato alla ripresa della scuola dopo le vacanze natalizie.

Gli insegnanti sono costretti a fare lezione con i giacconi indossati, gli studenti stessi sentono che la temperatura non è di certo quella ottimale per stare seduti, fermi e attenti, per cinque ore.

I ragazzi, ma anche i loro genitori, ieri si sono scatenati nelle chat di classe, e tra gli studenti era partita anche l’idea di uno sciopero o comunque di una manifestazione di protesta.

Nei corridoi c’erano fra gli 11 e i 12 gradi giovedì 9 gennaio, in classe sicuramente qualcosa in più anche solo per l’effetto dei corpi che riscaldano gli ambienti, ma la sensazione di disagio è evidente a giudicare dal malessere serpeggiante e raccontato nelle chat per tutta la giornata.

La segnalazione

Sono quattro le classi del Catullo che usano gli spazi del seminario per le lezioni, perché nella scuola di via Garibaldi non ci sono aule per tutti. È stato quindi necessario dislocare alcuni studenti negli spazi messi a disposizione nel seminario (dove c’è anche il liceo Lollino).

La Provincia, che ha la competenza per le scuole superiori, ha siglato un contratto di affitto per gli spazi. E proprio la Provincia è stata avvisata giovedì mattina, perché il disagio aveva raggiunto livelli che non erano più tollerabili.

I tecnici di Palazzo Piloni sono andati in sopralluogo e hanno misurato la temperatura. E i responsabili del seminario sono stati avvisati della necessità di riportare la temperatura nelle aule ad almeno 19 gradi, a norma di legge.

«Il problema c’è»

«Questo problema con il riscaldamento in realtà è comparso già l’anno scorso, si è iniziato a percepirlo con l’arrivo dei primi freddi», spiega il consigliere provinciale delegato all’edilizia scolastica, Marzio Sovilla. «Era stato risolto, ma si è ripresentato al ritorno sui banchi dopo le vacanze natalizie. Capita, ogni tanto, perché gli impianti vengono spenti e alla riattivazione può succedere che funzionino in maniera non ottimale».

In ogni caso, la Provincia si è subito attivata per riportare una condizione di benessere nelle aule. «C’è stato un sopralluogo questa mattina (giovedì per chi legge, ndr)», continua Sovilla. «Sono stati registrati 16 gradi nelle aule vuote e 19 in quelle con gli alunni». La temperatura di un ambiente infatti viene influenzata anche dalla presenza - o meno - di persone.

La rilevazione è stata fatta a mattinata inoltrata. All’inizio delle lezioni ovviamente le aule erano più fredde, da qui la protesta degli studenti e, successivamente, dei loro genitori.

La Provincia si è mossa

«Domani (venerdì per chi legge, ndr) sarà fatta un’altra misurazione, alle 7.30», prosegue Sovilla. In questo modo si potrà verificare la temperatura nelle aule prima che ci entrino studenti e insegnanti, e capire se il problema sarà stato risolto definitivamente.

«In ogni caso, abbiamo già avvisato il seminario che la temperatura prevista per norma negli ambienti scolastici dev’essere di almeno 19 gradi, e nel contratto di locazione è previsto che sia rispettata», conclude il consigliere Sovilla. «Quindi abbiamo avvertito di riportarla su quei valori. E abbiamo anche sollecitato ad accendere prima i termosifoni, di modo che all’inizio delle lezioni ci sia un ambiente confortevole per gli studenti e per gli insegnanti».

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