Belluno: stanziati più fondi per l'Usl 1
Assegnati otto milioni di euro a riequilibrio dei conti
Luca Coletto e l’ospedale di Belluno con l’elicottero del Suem
BELLUNO.
Tre milioni di euro in più nel riparto 2010 rispetto all'anno precedente. E' stato deliberato ieri dalla giunta del Veneto su proposta dell'assessore competente Luca Coletto, il nuovo riparto della sanità per quest'anno. All'Usl n. 1 sono andati 230 milioni di euro, a cui si aggiungono oltre 8 milioni come «quota di riequilibrio».
Nel 2009 il riparto complessivo per l'azienda sanitaria bellunese era pari a 235.955.000. Confermata anche la maggiorazione del 25% per le cosiddette aree disagiate della montagna (e anche della laguna). Prevista anche la quota di parte sanitaria del fondo per la non autosufficienza pari a 668.450.000 euro in Veneto.
«Con questo provvedimento» dichiara l'assessore veneto, «inizia una nuova fase della gestione delle risorse sanitarie, un cammino verso una sanità più efficiente e meno costosa, improntata al federalismo con una prima applicazione dei costi standard ed il progressivo abbandono del criterio della spesa storica. Con un avvicinamento della quota pro capite tra le aziende con maggior costosità e le altre e un forte coinvolgimento dei dg nel programmare la riduzione dell'attuale costosità del sistema tramite l'individuazione dei costi-obiettivo basati sulle migliori performance aziendali regionali».
Particolare attenzione è stata data al sistema dell'emergenza-urgenza su tutto il territorio veneto (all'Usl n. 1 pari a 5.250.000 euro). Eliminati anche i fondi che servivano a garantire a tutte le aziende un incremento minimo rispetto al riparto precedente ed una quota capitaria minima compatibile con le disponibilità complessive. «E per supportare le aziende che con questo riparto non avrebbero ricevuto un finanziamento almeno pari a quello del 2009 e che presentano situazioni economiche di squilibrio sono state attruibuite risorse aggiuntive una tantum. Tra cui rientrano quelle di Belluno e Feltre».
Inoltre, come si legge nella delibera di ieri, la Regione se da un lato attribuisce risorse per sostenere le specificità aziendali, dall'altro intende avviare un processo di revisione legato alla effettiva costosità nell'erogazione dei servizi.
Si punta quindi a razionalizzare la spesa «non tagliando posti letto», ha rassicurato Coletto, «ma lavorando sull'appropriatezza delle prestazioni e della spesa farmaceutica e sul contenimento della costosità».
«La giunta regionale ha mantenuto il suo impegno nei confronti delle due aziende bellunesi, confermando la maggiorazione per le aree disagiate e assegnando ulteriori risorse integrative».
Così il vicepresidente del consiglio regionale Matteo Toscani commenta l'approvazione del riparto per la sanità.
«Ancora una volta», dice Toscani, «i catastrofisti sono stati smentiti con i fatti. Le due Usl della provincia ottengono complessivamente maggiori fondi rispetto allo scorso anno, sebbene sia stato avviato il cammino dei costi standard. Per supportare le aziende che con questo riparto non avrebbero ricevuto un finanziamento almeno pari a quello del 2009 e presentano situazioni economiche di squilibrio, sono state infatti attribuite risorse integrative».
«E' evidente», conclude Toscani, «che tutte le aziende sanitarie devono partecipare alla riduzione dei costi, imposta anche dalla crisi economica che stiamo vivendo. Ma questo è un processo che deve avvenire con gradualità. L'attenzione verso le aree montane dimostrate dalla giunta veneta sono una garanzia anche per il futuro».
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