Belluno: teatro, arrivano le richieste
E il presidente Romanelli: «Il bando non si tocca»
Il teatro comunale di Belluno
BELLUNO.
Si fa interessante la gara per la gestione della Fondazione Teatri delle Dolomiti. A parte le polemiche che hanno contribuito a rendere incandescente il clima in queste settimane intorno al bando di gara, ad aver chiesto il testo del documento ci sarebbe anche la Fondazione Cassamarca di Treviso, l'organizzatrice degli eventi culturali nella Marca. I concorrenti quindi sono in aumento.
Di questa notizia si dice contento il presidente della Fondazione bellunese, Michele Romanelli che però mette le mani avanti: «Hanno chiesto il testo del bando, non si sa se parteciperanno o meno alla gara. Comunque più sono i partecipanti, meglio è sicuramente».
Ma col presidente Romanelli non è possibile non parlare dei veleni che stanno contrassegnando l'affidamento della gestione al nuovo partner, dopo che è scaduto il contratto con il Tib Teatro. Su questo fronte si dice «tranquillo» e fuga ogni dubbio sulla bontà e legalità del testo del bando di gara. «Quelle sorte fino ad oggi sono polemiche che non hanno senso di esistere», dice. «Come ha detto bene il vicesindaco, il bando è regolare, è sopra le parti e non privilegia nessuno. Quelle avanzate dai consiglieri Fiori e Levis sono delle prese di posizione che non hanno molto fondamento, anche perchè il bando è stato votato regolarmente nel corso del consiglio di gestione, dove al punto 3 dell'ordine del giorno era prevista la discussione delle linee guida per la gestione della Fondazione, cioè del bando».
Romanelli rispedisce al mittente, cioè alla Provincia (che nei giorni scorsi era entrata a gamba tesa nella vicenda, chiedendo la revoca del bando e attribuendo la responsabilità della situazione attuale al presidente), ogni accusa mossa: «La commissione esaminatrice dei concorrenti sarà scelta dal consiglio di gestione, io farò delle proposte, non imporrò certo le mie posizioni, come non ho mai fatto. Il bando di per sè è molto professionale e trasparente, tanto che si sono lamentati sia Anaxus che il Tib. Si punta molto sulle capacità del nuovo partner, sulle sue esperienze e qualifiche professionali. Non sarà, quindi, per tutti. Da parte mia, mi sento sereno, ho fatto il mio dovere e sul bando non si torna indietro. Che vinca il migliore è l'unica cosa che posso augurarmi».
Intanto anche il presidente si dice preoccupato per il silenzio e l'assenza della Fondazione Cariverona al tavolo del consiglio di gestione e di indirizzo dell'ente culturale bellunese.
«Ho spedito alla Fondazione veronese la richiesta di nominare il nuovo rappresentante. Tutte le altre "beghe" politiche di questa vicenda se le vedano gli altri soci».
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