Belluno: trovato nel fiume Cordevoleil corpo di un pescatore scomparso

E' stato trovato senza vita, alla confluenza tra il Piave e il Cordevole, Claudio Dal Molin, un pescatore di 72 anni di Santa Giustina. Il corpo è stato individuato sott'acqua, dopo che, con la disponibilità dell'Enel, è stata fatta abbassare la portata del Cordevole
SANTA GIUSTINA.
Un malore o più semplicemente una scivolata fatale: Claudio Dal Molin è morto, tradito dalle acque del torrente Cordevole dove si era era recato a pescare come tante altre volte. Settantadue anni, di Santa Giustina, tesserato da molti anni per il bacino numero nove, Dal Molin era uscito ieri all’ora di cena. Dopo una mattinata di ricerche è stato individuato verso le 13 in un’ansa del torrente dove il suo corpo è affiorato dopo che l’Enel aveva abbassato la portata dell’affluente del Piave per fare scendere il livello dell’acqua, in questi giorni piuttosto alto.

La famiglia si è allarmata quando ormai a notte inoltrata non ha visto rientrare il loro congiunto. Così è scattato l’allarme e le ricerche avviate dalle squadre del soccorso alpino di Feltre alle 4,30 e circa. I soccorritori non hanno impiegato molto a individuare la macchina del pescatore lasciata aperta in località Fant, a mezzo chilometro sopra la confluenza del Cordevole nel Piave e da quel punto hanno cominciato a scendere lungo la sponda. Nelle vicinanze, sul lato destro, i soccorritori hanno visto la postazione da dove l’uomo è scivolato, con la canna da pesca infilata tra i sassi e una sorta di tavolato rotto di legno che probabilmentem Dal Molin utilizzava come appoggio. Cento metri più a valle è stato trovato il suo cestino e ancora più giù una scarpa.

La macchina dei soccorsi si è ingrossata con il passare delle ore con personale della stazione di Belluno e i volontari della protezione civile che hanno percorso lunghi tratti sia del Cordevole, sia del Piave, mentre i gommoni dei vigili del fuoco di Belluno effettuavano la ricerca in acqua scandagliando l’invaso di Busche. Alle 8,15 l’elicottero del Suem di Treviso dopo avere imbarcato un tecnico di Feltre, ha effettuato un sopralluogo dall’alto lungo l’asta, ma pur essendo l’acqua molto limpida, la visibilità del corso d’acqua era limitata nelle zone più profonde e non è emersa nessuna traccia dell’uomo.

In questi giorni, infatti, il livello del torrente è molto alto e nelle anse si formano grosse vasche profonde. I soccorritori hanno avuto la quasi certezza che proprio in uno di questi anfratti potesse trovarsi corpo dello sfortunato pescatore. Così hanno chiesto all’Enel di ridurre la portata dell’affluente agendo sulla diga del Mis. Un’ora dopo il livello dell’acqua era preossoché dimezzato e un conoscente di Dal Molin che lo aveva cercato tutta la notte con i soccorritori ne ha subito riconosciunto la sagoma affiorante in un punto in precedenza sommerso. A quel punto non è rimasto che recuperare il corpo senza vita di Claudio Dal Molin e ricomporlo in attesa di consegnarlo alle pompe funebri.

Il settantaduenne amava tantissimo la pesca. Il Cordevole lo conosceva bene. Oltre alla zona di Fant si recava spesso a Piz oppure in zona Meano. Domenica sera è uscito di casa per pescare con la tecnica della mosca, che si usa in queste lunghe sere estive, quando le trote tengono d’occhio la superficie dell’acqua pronte a catturare eventuali prede. Affranto anche il presidente del bacino di pesca 9, Feruccio De Poi: «Una disgrazia tremenda. Perdere la vita per un passatempo non ha senso».

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