Belluno: tutti i dati provinciali in un unico server
Tutto in un clic. Dati catastali, informazioni anagrafiche, gestione di servizi pubblici: non c’è limite allo sviluppo del Sistema informativo territoriale intercomunale nato da qualche anno per volontà dei sindaci

BELLUNO.
Tutto in un click. Dati catastali, informazioni anagrafiche, gestione di servizi pubblici e quant’altro: non c’è limite allo sviluppo del Sistema informativo territoriale intercomunale. Nato da qualche anno per volontà dei sindaci, il sistema sta conquistando spazi di azione e continuerà a farlo perché rappresenta il fiore all’occhiello del Consorzio Bim, generazione Giovanni Piccoli. «Oggi l’indicazione dei soci del Consorzio, cioè i sindaci, è quella di investire sull’innovazione», spiega il presidente e da quell’indirizzo è nata la Sit, società per l’informatica, partecipata da Provincia (27%), Consorzio (24%), società di servizi e sette Comunità montane. La Sit ha casa (e server) nella sede del Corsorzio, 17 dipendenti e un volume d’affari di un milione di euro, che deriva dal pagamento delle prestazioni fornite da Sit ai suoi soci. «Il sistema», ricorda Piccoli, «è stato creato su disposizione dei sindaci per i loro bisogni quotidiani, ma è a disposizione di tutti, sia nell’utilizzo che nello sviluppo. Esso è uno strumento utile a privati ed enti pubblici ed è preziosissimo perché rappresenta una banca dati pressoché completa sul territorio di questa provincia». Le collaborazioni sono molteplici, dalle Comunità montane alle Università, in particolare lo Iuav di Venezia, passando per gli ordini professionali e alcune aziende bellunesi che nel settore sono delle eccellenze. «Siamo aperti a qualsiasi collaborazione», precisa Piccoli, che rileva anche il punto debole del Sistema informativo territoriale: la formazione dei professionisti e degli uffici comunali.
Volendo trovare un’origine, si può dire che tutto ha avuto inizio nei primi anni 2000, quando si impose l’informatizzazione catastale e la scelta (dopo un dibattito politico anche acceso) cadde sul Corsorzio Bim, che in accordo con l’Agenzia del territorio, si impegnò a trasferire in bit tutte le informazioni conservate su carta.
Il lavoro è stato completato e oggi qualsiasi dato catastale, comprese le ortofoto, è disponibile anche on line. La Sit ha attivato, al momento, un migliaio di password: 420 a personale di enti locali e 580 a professionisti convenzionati.
Ma non poteva bastare, anzi era solo il primo passo per iniziare una corsa all’informatizzazione della provincia. Attraverso due bandi europei, il Consorzio ha ottenuto 3 milioni di euro da investire in ulteriori progetti. L’obiettivo finale è quello di “infilare” la totalità delle informazioni pubbliche nei server di Sit e 28 enti lo hanno già fatto: i Comuni del Feltrino, della Valbelluna e dell’Alpago hanno trasferito tutto (dalle lettere a protocollo, alle registrazioni anagrafiche, passando per qualsiasi atto scritto prodotto in municipio) negli archivi informatici di via Simonetti, dove i dati vengono salvati ogni giorno e, una volta alla settimana, portati in una cassetta di sicurezza in una banca che viene tenuta “segreta”.
Più immediate da capire sono le applicazioni utilizzabili direttamente dai cittadini. 1.422 bambini (dall’asilo alle medie) di cinque Comuni, vanno a scuola con il badge e in quel tesserino elettronico è contenuta ogni informazione che li riguardi. La soluzione nasce per registrare le presenze nelle mense scolastiche e ogni genitore può verificare in tempo reale se il suo bambino è a scuola, se ha mangiato e quanto deve al Comune per il servizio. In alcuni paesi si è scelto il metodo del badge prepagato, quindi è possibile visionare il credito residuo. Nel tesserino si possono inserire anche precisazioni sulla dieta e sui problemi alimentari dello scolaro. Nel caso dei più piccoli è la maestra a “passare” il rilevatore sul badge del bambino, i grandi si arrangiano, un po’ come i loro genitori al lavoro.
L’altra applicazione pratico del Sistema è la gestione amministrativa dei cimiteri, per ora destinata ai Comuni con meno di 5 mila abitanti e il costo del software è di 40 euro a comune. Al momento sono stati informatizzati 77 cimiteri su 130 e, grazie al programma, gli impiegati dell’anagrafe e le onoranze funebri sanno con precisione tutto quello che serve di ogni angolo del campo santo.
Questi due progetti rientrano in un’integrazione del sistema finanzato con la partecipazione al 50% della Regione, con un investimento complessivo di 424 mila euro.
Parte di questi soldi è stata destinata al piano di rilevazione dell’illuminazione pubblica, finalizzato al risparmio energetico ma anche ad una gestione efficiente del servizio. In molti paesi della provincia ogni punto luce è collegato alla rete e può essere controllato a distanza, con una riduzione dei tempi di risoluzione dei guasti.
Il sistema è sempre più ramificato per un uso pubblico e privato, ma è destinato a nuovi e imminenti sviluppi.
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