Belluno: un incidente senza responsabili

Sulla morte del trevigiano Vittorio Montesel, avvenuta il 20 aprile 2010, non vi fu alcuna responsabilità da parte di Giancarlo Lovisotto, titolare della ditta appaltatrice del cantiere di via Bel Prà a San Vito di Cadore dove si verificò l'incidente mortale sul lavoro.

Lo ha stabilito il giudice delle udienze preliminari Giorgio Cozzarini. Montesel, che aveva ricevuto in subappalto dei lavori in quel cantiere, morì schiacciato da 30 pannelli di legno che stava spostando, manovrando una gru: aveva 46 anni ed era un artigiano di Mareno di Piave.

Lì l'impresa di costruzioni di Lovisotto stava realizzando 5 appartamenti. L'incidente mortale avvenne nella tarda mattinata. Dalla gru il carico si sganciò e l'artigiano ne fu travolto: in quel momento Montesel manovrava da solo la gru con il telecomando, ma non era solo in cantiere. I colleghi chiamarono immediatamente i soccorsi.

Soccorsi vani però: troppo grave il politrauma subito dal 46enne di Mareno che comandava autonomamente la gru per spostare i pannelli di legno da una zona all'altra del luogo di lavoro. Montesel era stato ingaggiato in proprio dalla ditta Lovisato: si stava occupando di armare i solai della struttura, dal momento che il compito era già stato espletato precedentemente per quel che riguardava le fondamenta della casa. Lui si trovava nella parte più bassa del cantiere, sotto nella zona delle fondamenta: i pannelli si sarebbero sganciati dalla ganascia da un'altezza di circa due metri e gli caddero addosso. Diversi quintali di peso che lo travolsero senza dargli scampo.

Nel corso dell'udienza preliminare si è discusso sulla presunta responsabilità di Lovisotto, inizialmente indagato dalla procura della Repubblica di Belluno con la pesante accusa di omicidio colposo.

Al termine della lunga udienza il giudice delle udienze preliminari Giorgio Cozzarini ha accolto le tesi difensive ed ha prosciolto Lovisotto.