Belluno: un nuovo protocollo per il Piave

Le tre Province e i cinque Gal uniranno le forze e le risorse economiche
Gianpaolo Bottacin
Gianpaolo Bottacin
BELLUNO. Sono cinque le delibere approvate ieri dalla giunta provinciale. Gli argomenti vanno dalla protezione civile al lavoro, ma uno dei provvedimenti più importanti riguarda la valorizzazione del fiume Piave attraverso un altro progetto, che stavolta coinvolge i Gal (gruppi di azione locale) oltre alle tre Province bagnate dal corso d'acqua e già unite da un protocollo. Protezione civile. Due anni fa il dipartimento nazionale della protezione civile distribuì alle Regioni i moduli abitativi utilizzati per ospitare i terremotati dell'Irpinia (1980). A sua volta la Regione ha dato i moduli alle Province e a Belluno ne sono arrivati 22. «Sono in pessime condizioni», dice il presidente Gianpaolo Bottacin, «ma molte associazioni ci hanno chiesto di poterli utilizzare. La Regione ci ha detto che possiamo concederli in comodato, pur mantenendone la disponibilità in caso di bisogno e quindi abbiamo deliberato di concedere i moduli abitativi in custodia ad alcuni soggetti: il Comune di Ponte nelle Alpi, l'Ana di Belluno, la protezione civile di Zoldo e i sommozzatori di Feltre. Anche altri ci avevano chiesto la disponibilità, ma il costo del trasporto avrebbe superato il valore del modulo». Piave. Nuovo protocollo di intesa per la valorizzazione del fiume Piave. I soggetti coinvolti sono le tre Province che avevano stretto l'accordo Piave TVB (Belluno, Treviso e Venezia), più i cinque Gal in esse compresi. «Abbiamo deciso di mettere tutte queste risorse insieme», spiega l'assessore Bruno Zanolla, «anche perché il recupero del Piave, fiume più sfruttato d'Italia, è nei Ptcp di tutte e tre le Province e nel piano strategico regionale. Questo protocollo è un altro tassello importante, perché crea una regia unica per il marketing e la creazione di un brend a fini turistici». Il protocollo prevede la valorizzazione di alcuni siti, percorsi, itinerari, aree attrezzate che consentano alle comunità di riappropriarsi del fiume. Uno dei Gal farà da capofila, ma ogni soggetto sarà libero di realizzare i suoi progetti, di concerto con i Comuni coinvolti. Il Piave è anche protagonista di un Interreg Italia Austria, con varie iniziative dedicate all'architettura e, tra le altre cose, è stato fatto un censimento dei luoghi più frequentati dalla gente lungo il fiume. Sportivo dell'anno. Il concorso della Provincia aspetta il suo prossimo premiato, ma nel frattempo la commissione registra una surroga: Ghedina lascia e al suo posto entra Gianfranco Da Rin, ex olimpionico e nazionale di hockey su ghiaccio. «Un mese fa ho scritto a tutte le associazioni sportive», ricorda l'assessore Lorenza De Kunovich, «per presentare la seconda edizione del premio. Rinnovo l'invito a tutti i cittadini, perché chiunque può scrivere alla Provincia inviando una candidatura». Viabilità. Le Scale di Primolano passano di proprietà. Anas e Provincia (per conto di Veneto Strade) hanno sottoscritto un verbale d'intenti per la cessione di una porzione della strada statale 50 var e di due case cantoniere. «Si va dal confine geografico di Arsiè e Fonzaso, in località Giaroni, al confine con la provincia di Vicenza, più il tratto tra Fastro e Primolano, cioè le vecchie Scale di Primolano», spiega l'assessore Ivano Faoro, «che saranno anche il percorso per chiudere l'anello per la posa della fibra ottica, realizzata in collaborazione con la Provincia di Trento». Lavoro. Quattro persone verranno impiegate nei servizi di pulizia negli edifici della Provincia e dei Centri per l'impiego. «Nell'ottica di dare una mano a chi è in difficoltà», dice l'assessore Stefano De Gan, «abbiamo approvato un'altra delibera, dedicata a chi si trovano in stato di mobilità o in cassa integrazione, attraverso i lavori socialmente utili». Si tratta della evoluzione di un progetto sperimentale avviato dalla Provincia nel 2005 e pensato per i lavoratori interinali. I soggetti individuati potranno ottenere un'integrazione al reddito già percepito come indennità per la perdita (anche temporanea) del posto di lavoro. Le quattro persone verrano seguite da due dipendenti dell'ente e, nelle sedi periferiche si cercherà di impiegare residenti in zona.

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