Bellunum, è fatta per Lucicesare

Manca ancora la delibera ma il nuovo numero uno è lui: «Aspetto un messaggio»

BELLUNO. Habemus Lucicesare. La giunta è uscita dal conclave per il nuovo amministratore della Bellunum, la municipalizzata che si occupa di rifiuti, parcheggi e scala mobile di Lambioi. Il sindaco Jacopo Massaro non ha ancora firmato in fondo la delibera e soltanto all’inizio della prossima settimana incontrerà di persona Davide Lucicesare, ma l’investitura per il trentottenne ingegnere di via Vittorio Veneto, al posto del collega Ermanno Gaspari c’è già stata.

La prettatica è ormai in fuorigioco: «Non so niente di ufficiale», garantisce però al telefono del suo studio, «aspetto una comunicazione del primo cittadino, fino ad allora non sarò in grado di confermare nulla. L’unica certezza è il mio interesse per il ruolo, altrimenti non avrei presentato il curriculum, detto questo nessuno mi ha fatto sapere nulla, di conseguenza non posso che aspettare un messaggio da Palazzo Rosso. Compatibilmente con i miei impegni e quelli di Massaro, magari ci vedremo».

Mettiamola così allora: perché mai Massaro dovrebbe aver pensato a lui, tra i tanti biglietti da visita arrivati in segreteria? «Credo che possa aver pesato il mio ruolo di vicepresidente del consiglio d’amministrazione della Dolomiti Ambiente. Una società questa, che siamo riusciti a portare a un piccolo attivo da un pesante passivo. Aggiungo la mia competenza nel settore della gestione dei rifiuti, oltre al fatto che sto studiando per bene i meccanismi della Bellunum. Non nascondo che tutto questo possa essere importante, nella scelta del nuovo amministratore unico, ma come dicevo non ho alcuna sicurezza. Naturale che mi auguro di sentire al più presto Massaro, perché questo vorrebbe dire che il prescelto sono davvero o».

Il numero uno uscente lo conosce di sicuro: «Ci mancherebbe. Gaspari è il presidente del mio ordine professionale, oltre che essere una persona perbene e molto capace. Sarebbe un grande onore, oltre che una bella responsabilità succedere a uno come lui. Ma aspettiamo».

Gigi Sosso

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