“Bembo”, la futura casa delle mostre
BELLUNO. Nato come seminario nel 1568, ristrutturato nel 1714 e trasformato in ospedale civile nel 1793, palazzo Bembo sta cambiando volto. Le stanze che ospitavano i reparti del vecchio nosocomio cittadino, entro la fine del 2016 saranno pronte per ospitare mostre permanenti e temporanee, mentre l'ala ottocentesca, che sarà ultimata nel giro di sei mesi, diventerà la sede di alcuni uffici della Soprintendenza. Al terzo piano sono in corso le rifiniture alla sala per la giunta regionale.
Ieri abbiamo visitato il cantiere, accompagnati dal sindaco Jacopo Massaro, l'assessore Luca Salti, il responsabile del servizio opere pubbliche del Comune Alessandra Venturelli (direttore dei lavori), il responsabile del procedimento Carlo Erranti, gli architetti Cristina Martinello e Loredana Facchin e il consigliere bellunese della Fondazione Cariverona, Paolo Conte.
I lavori di ristrutturazione sono iniziati nel gennaio del 2012 e il primo lotto porterà a ristrutturare e rendere agibile la sezione ottocentesca del palazzo. Gli operai dell'impresa Atheste di Este stanno terminando la posa dei pavimenti nei corridoi, che risalgono al 1700: tutte le mattonelle sono state rimosse per consentire il consolidamento della struttura, numerate, sistemate e posate nello stesso ordine. Camminando per gli ampi corridoi del palazzo, si riesce a percepire la struttura del vecchio ospedale, che aveva soffitti alti e grandi archi divisori. Su alcune pareti sono emersi affreschi, e al primo piano, sopra la porta che introduceva al reparto di ostetricia, si legge ancora la scritta “Donne gravide e puerpere”.
Lo stabile è stato rinforzato dal punto di vista statico. Del resto il palazzo, che è di proprietà del Comune dal 2003, è in disuso da una trentina d'anni: il San Martino è diventato l'ospedale della città nel 1982, e da allora il Bembo è chiuso. Alcuni reparti, però, erano già stati trasferiti a partire dal 1967, anno in cui iniziò la costruzione del primo nucleo del nuovo nosocomio. Nel 2007 è stato effettuato un primo intervento di restauro sul tetto.
L'importo dei lavori è consistente: si tratta di 6.350.000 euro, finanziati in gran parte dalla Fondazione Cariverona (4.284.000), in parte dalla Regione (1.797.000, soldi che derivano dall'asta di una parte del complesso), il resto (269.000) dal Comune.
Il progetto è stato suddiviso in due lotti. Con il primo sarà restaurata la parte ottocentesca, consolidata l'intera struttura, rifatti gli impianti e recuperate le facciate esterne con gli intonaci originari. Questi lavori sono in dirittura d'arrivo. Con il secondo saranno ricavate numerose sale espositive al piano terra e al primo piano (in tutto ci saranno 600 metri quadri a disposizione), una sala conferenze, ambienti didattici, un bar, una biglietteria e un bookshop. In questi spazi sono state fatte tutte le demolizioni e i consolidamenti necessari, dall'anno prossimo si inizierà la ricostruzione. La cappella al piano terra rimarrà con la sua destinazione originaria. Per abbattere le barriere architettoniche sono stati ricavati due ascensori, uno per ala, e i vani sono già visibili.
Nel corso dei lavori sono emersi alcuni reperti storici che hanno permesso di datare in maniera accurata la costruzione dell'edificio, ma i ritrovamenti non hanno rallentato i lavori, che sono monitorati dalle Soprintendenze.
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