"Benvenuto in classe": laboratori di lingua per studenti stranieri

Realizzato dalla Fondazione Progetto Uomo e finanziato da Cariverona, coinvolge attualmente 59 ragazzi

BELLUNO. Un progetto unitario di integrazione e accoglienza rivolto agli alunni stranieri delle scuole primarie e secondarie di primo grado. È “Benvenuto in classe”, l’iniziativa realizzata dalla Fondazione Progetto Uomo. Partito a metà febbraio, il percorso ha già dato avvio a laboratori di lingua e cultura italiana per studenti stranieri e prevede azioni di sensibilizzazione nei confronti di istituzioni scolastiche, famiglie, classi, oltre a interventi di mediazione culturale.

«Godiamo del contributo economico della Fondazione Cariverona», precisa Fiorella Vettoretto di Progetto Uomo, «per il quale abbiamo presentato domanda lo scorso anno. L’idea è sorta da un vero e proprio bisogno: quello di aiutare gli alunni stranieri, che a volte arrivano anche ad anno scolastico iniziato, e che hanno la necessità di implementare la conoscenza della lingua, necessaria perché ci sia un inserimento vero e proprio nella comunità ospitante».

«Il bambino, trovandosi in difficoltà, vive una situazione di disagio», spiega Monja De Min, coordinatrice dei laboratori di lingua. Insieme a lei uno staff composto dal neuropsicologo Francesco Patt e dalle insegnanti Mara Chiesura e Michela Pelle. «Le scuole non hanno i fondi per creare interventi linguistici personalizzati e individualizzati», commenta De Min. «Il progetto agisce proprio in questa direzione. E si cerca sempre di partire dal vissuto di bambini e ragazzi, aiutandoli anche a esprimere le loro paure».

Gli alunni coinvolti sono 59 e quattro gli istituti: i Comprensivi di Puos d’Alpago e di Agordo, la scuola media Ricci e l’elementare di Borgo Piave. Per settembre 2012 ci sono già diverse scuole che hanno chiesto di poter rientrare nel progetto. «Abbiamo iniziato da meno di un mese e vediamo già risultati positivi», evidenzia Pelle, «l’importante è affrontare con i ragazzi i temi del quotidiano». «È molto bello», fa eco Chiesura, «vedere che hanno voglia di imparare la lingua e di aprirsi. Inoltre le ore fatte nei laboratori non sono viste come scuola, ma come opportunità». “Benvenuto in classe” si aggiunge ai laboratori Dsa e difficoltà di apprendimento, finanziati sempre dalla Cariverona e fatti partire da Progetto Uomo nel 2010. «Sono ancora in corso», dice Vettoretto, «con più di 110 alunni finora coinvolti. Oltre alle famiglie, che hanno partecipato a “parent training”». «Laboratori sperimentali ideati dall’Università di Padova», spiega Patt, «per non considerare la problematica del bambino chiusa in sé, ma per come è accettata all’interno della famiglia». E anche con “Benvenuto in classe”, da settembre, si partirà con il coinvolgimento del gruppo familiare.

«La nostra attività è legata alla possibilità di togliere il malessere dall’ambiente familiare», mette in risalto don Gigetto De Bortoli, presidente Progetto Uomo e Ceis, «che spesso produce asocialità e criminalità. È fondamentale continuare su questo versante. Cerchiamo di trovare nuovi fondi per dare supporto alle famiglie in situazione di disagio».

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi