Benzinai, grido d’allarme «Stiamo sopravvivendo»

Il presidente del sindacato Buratto: «I margini di guadagno sono calati del 20% Le troppe accise influiscono sui consumi e molti pensano di chiudere»
Di Paola Dall’anese

BELLUNO. Margini di guadagno dimezzati, con volumi ridotti anche del 15-20%. I gestori delle pompe di benzina oggi devono stringere i denti e resistere finché possono, in attesa che arrivi un piano di razionalizzazione. Ma la situazione è molto critica, come spiega Carlo Buratto, presidente Ascom dei benzinai, anche alla luce della proposta del governo di istituire un'anagrafe dei gestori delle pompe che dovrebbe, negli intenti, portare ad eliminare quei distributori non a norma.

«La situazione qui da noi non è pesante come in altri posti d'Italia dove esistono ancora delle pompe a marciapiedi, strutture fuori legge. Qui siamo tutti, o comunque la stragrande maggioranza, nella norma. Ma il problema sono i consumi che si sono ridotti e gli introiti che sono drasticamente diminuiti», precisa Buratto, «se fino al 1995 i benzinai guadagnavano 80 delle vecchie lire, oggi i guadagni sono di 25 millesimi di euro. Il problema è che abbiamo una fiscalità più che pesante. Sul prezzo di un litro di carburante, 1.03 euro sono di tasse, e se non calano queste accise non si va da nessuna parte. I più penalizzati sono il consumatore per primo, ma anche il gestore che non guadagna, che è al limite della sopravvivenza. In provincia di pompe, da quando è iniziata la crisi, ne sono chiuse 2-3 che si trovavano però in aree marginali come Auronzo e Fonzaso che erano piccole, e uno a Sella di Fadalto. Ma c'è tanta gente che vuole uscire e vuole lasciare».

Ma anche lasciare non è semplice e chiudere non lo è ugualmente: infatti, per smantellare un impianto servono dai 200 ai 300 mila euro e per questo il governo sta cercando le risorse per incentivare le chiusure, dando un contributo per sostenere queste spese, ma non sarà facile.

Ad oggi a Belluno c'è qualcuno che ha deciso di fare degli sconti e questo, come precisa Buratto, «non aiuta gli altri gestori. Da qualche tempo si è aperta una pompa in via Vittorio Veneto che offre il carburante a prezzi inferiori rispetto anche ai punti bianchi, dando buoni frutti al gestore per il quale si riducono i costi, ma creando disagio agli altri che vanno fuori mercato, vincolati come sono dalle società petrolifere. Insomma, la situazione è precaria, staremo a vedere cosa farà il governo, ma il problema sono le troppe accise che ci sono sopra il carburante che fanno contrarre i consumi», si lamenta Buratto.

Qualcosa, intanto, si sta muovendo anche per le pompe di gas. A Belluno ne sono nate 2-3 di nuove. Il prezzo è sicuramente più basso e ci sono molte case automobilistiche che danno incentivi per l'acquisto di vetture a gas, «ma se prenderà piede questo tipo di rifornimento», conclude l’esponente sindacale dell’Ascom, «alla fine anche il prezzo del gas aumenterà, come è accaduto per il gasolio, il cui prezzo ormai è quasi uguale alla benzina».

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