Benzinai, stop a bancomat e carte
BELLUNO. Benzinai contro le commissioni sulla moneta elettronica:mercoledì scatta il “No card day”. E gli stessi benzinai annunciano ricorsi alla Commissione europea e all’Antritrust.
Secondo la norma, i gestori degli impianti di distribuzione carburanti hanno l’obbligo di accettare, in pagamento, la moneta elettronica, ma il costo delle commissioni imposte dal sistema bancario è talmente alto da assorbire l’intero margine di gestione. «Questo il risultato dei provvedimenti emanati dal Governo che hanno finito per penalizzare, ancora una volta, piccole imprese, lavoratori e consumatori ad esclusivo vantaggio del sistema bancario e dei consorzi interbancari che gestiscono sostanzialmente in regime di oligopolio l’emissione e l’utilizzo delle carte di credito e del pagobancomat».
Il costo imposto ai gestori è superiore all’1,5%, a fronte di un margine lordo inferiore al 2% del prezzo finale che, come noto, per il resto viene intascato dallo Stato, in forma di accise e Iva, e dalle compagnie petrolifere. «Tutto ciò nonostante persino l’Europa “delle banche” stia per adottare una normativa che contiene il costo massimo del servizio fra lo 0,2 e lo 0,3%», dice Carlo Buratto presidente della categoria Ascom, che aggiunge: «Se non interverranno fatti nuovi, siamo pronti ad una vera e propria disobbedienza civile, rifiutando la moneta elettronica in pagamento. Siamo al paradosso per cui una piccola impresa come è il benzinaio è obbligata a vendere in perdita. L'auspicio è che l’Unione Europea da una parte e l’Agcom nazionale dall’altra, a seguito della denuncia, intervengano per ripristinare certezza del diritto e libertà di concorrenza. È arrivato il momento di dire basta. Spero in un'adesione massiccia, la misura è colma e sono convinto che la nostra clientela capirà le motivazioni».
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