Berlusconi boccia Galan Veneto alla Lega

Giancarlo Galan (nella foto) non sarà il candidato del centrodestra alle regionali del 2010. E’ ufficiale. La notizia l’ha data lui stesso, dopo averla appresa a sua volta, sembra direttamente da Berlusconi: "Considero quanto avvenuto peggio di un tradimento". Misurata l’esultanza della Lega che, a giorni, formalizzerà il proprio candidato
Giancarlo Galan
Giancarlo Galan
VENEZIA.
Giancarlo Galan non sarà il candidato del centrodestra alle regionali del 2010. E’ ufficiale. La notizia l’ha data lui stesso, dopo averla appresa a sua volta, sembra direttamente da Berlusconi, mentre a Roma era riunito l’Ufficio di presidenza. «Considero quanto avvenuto peggio di un tradimento. E’ un errore» si è limitato a dire, confermando che si prenderà del tempo prima di decidere il proprio futuro. Misurata l’esultanza della Lega che, a giorni, formalizzerà il proprio candidato.


«E’ da quattro mesi che lo diciamo, ma ora pare che il Pdl abbia sciolto la riserva decidendo le regioni che vanno alla Lega: il Veneto e il Piemonte» ha commentato senza strafare il segretario veneto della Lega, Giampaolo Gobbo «Questa è la logica conclusione di tutto quanto sostenevamo da tempo e cioè siamo in grado di governare benissimo la Regione». Ironia della sorte, il nome del candidato leghista - che potrebbe essere ufficializzato nel corso del consiglio nazionale, tra qualche giorno - sarebbe, ancora una volta legato al futuro di Giancarlo Galan. «Bisogna vedere come si mette la situazione - conferma Gobbo - ci sono ancora alcune variabili da valutare, non ultima, la presa di posizione di Galan. Terremo conto di tutto».


Il candidato, si dice infatti, potrebbe cambiare a seconda della decisione che assumerà il governatore del Veneto dopo l’annunciato periodo di riflessione: «Mi prenderò il tempo necessario per riflettere tentando di capire regole e modalità di un modo di fare politica che non condivido ma che posso tentare di comprendere» diceva ieri. Se infatti il presidente dovesse decidere di armare le truppe (qualche fedelissimo, un pezzo di Udc qua e uno di Pd là), la Lega potrebbe puntare su Zaia. Diversamente, se Galan si facesse da parte, e se il Carroccio riuscisse a conservare il ministero dell’Agricoltura, la Lega potrebbe accontentarsi di vincere, candidando Manzato. Senza cioè stravincere dopo che si è aggiudicata anche il Piemonte (con Cota), mentre il Pdl candiderà Renata Polverini in Lazio, Sandro Biasotti in Liguria e Giuseppe Scopelliti in Calabria, oltre a Roberto Formigoni in Lombardia.


Comunque vada, per quanto riguarda il Veneto, la soluzione sta di casa nel Trevigiano, da dove arrivano sia il ministro dell’Agricoltura Luca Zaia che il suo successore a palazzo Balbi, Franco Manzato. Il primo è l’uomo di punta indicato in epoca recente dal Carroccio per guidare il Veneto, inviso al Pdl che vede nelle sue spiccate capacità comunicative un grave rischio estinzione per se stesso. Il secondo è il nome che sarebbe stato pronunciato nuovamente ieri al capezzale di Berlusconi, nell’ennesimo incontro tra il premier e il senatur.


«Abbiamo tanti ottimi candidati - fa mielina Gobbo - non solo Zaia e Manzato, ma anche Bricolo e Tosi. Certo non io, non credo proprio». Quel che invece è certo, è che con un governatore trevigiano, il peso della Lega in Veneto si sposterebbe definitivamente sulla Marca, svuotando Verona. A quel punto, sul fronte Pdl finirebbero anche i sogni di gloria, o meglio di vicepresidenza, di Remo Sernagiotto che, malgrado sponsor importanti come Sacconi e Brunetta, dovrebbe cedere il passo, nell’ottica secondo la quale presidente e vice non appartengono alla stessa provincia. Questo aprirebbe quindi la strada a Renato Chisso alla vicepresidenza, ma senza la delega alle infrastrutture. Soluzione che, si dice, l’interessato non gradirebbe particolarmente.


Sempre più incerto, a questo punto, il futuro di Galan. Molto dipende da quanto deciderà di tirare la corda. La solita mano tesa arriva da Antonio De Poli: «Come volevasi dimostrare hanno vinto le svendite di fine anno» commenta il segretario regionale dell’Udc «Ha vinto il potere centrista di Roma e Milano. Se Galan vorrà, noi ci impegnamo ad offrire l’alternativa moderata, per rappresentare le vere peculiarità della nostra regione».

Uno strappo, cancellerebbe tutte le alternative prospettategli nelle ultime settimane (dall’Enel all’Eni, fino alla Cassa Depositi e Prestiti).


Così, mentre Giorgetti cerca di addolcire la pillola prospettando per lui un ruolo di spicco istituzionale «Contiamo sul suo lavoro anche per le prossime sfide che ci attendono, e condividiamo insieme a lui qualche motivo di amarezza», il resto del Pdl si sgancia «Capisco l’amarezza di Galan, ma in una coalizione non ci sono tradimenti ma scelte. La Lega è stato un buon alleato, molto condiscendente e ha facilitato le scelte che sono state fatte» commenta La Russa.

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